Bruxelles – ‘No’ al glifosato in Europa. L’Aula del Parlamento europeo ha bocciato la proposta della Commissione Ue di rinnovare per altri dieci anni l’autorizzazione per l’utilizzo e la messa in commercio di all’uso di prodotti chimici a base di Glifosato, la sostanza contenuta negli erbicidi utilizzati in agricoltura, la cui messa in commercio scade il 31 dicembre. Con 355 voti a favore, 204 contrari e 111 astensioni, i deputati europei hanno accolto la risoluzione presentata dal gruppo dei Verdi per un’eliminazione graduale dei prodotti ancora in commercio e una definitiva messa al bando a partire dal 2022. Il testo non è vincolante, ma manda un chiaro messaggio politico ad un esecutivo comunitario che “politico” si è definito fin dal primo giorno della sua entrata in funzione. “Il Parlamento ha finalmente chiarito di non volere più il Glifosato”, il commento di Marco Affronte, europarlamentare dei Verdi tra i principali sostenitori dell’iniziativa.
Il voto del Parlamento europeo anticipa la riunione deil Comitato per piante, animali, alimenti e i mangimi dell’Ue (comitato Paff), l’organismo che comprende i rappresentanti degli Stati membri, che domani dovrebbe esprimersi sulla proposta della Commissione europea. Si sono già dichiarate contro la proroga del glifosato Francia, Italia e Austria. Al Belgio non piace l’idea, ma non ha ancora chiarito se voterà contro o preferirà la via dell’astensione, opzione, questa, che potrebbe essere scelta dalla Germania. In sostanza non dovrebbe essere raggiunta la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione della proposta della Commissione europea e confermare l’utilizzo dei prodotti contenenti glifosato, ritenuto dannoso per la salute umana e l’ambiente, ma sui cui rischi potenziali o effettivi il mondo scientifico non ha saputo fornire ancora risposte univoche.
Proprio questo aspetto preoccupa i Verdi e i parlamentari che hanno votato la risoluzione. Il processo comunitario di valutazione dei rischi, da effettuare prima di rinnovare la licenza della sostanza, “desta preoccupazione”, secondo i Verdi. Come ricordano l’Agenzia per i tumori dell’Onu (Iarc) e le Agenzie dell’Ue per la sicurezza alimentare (Efsa) e per i prodotti chimici (Echa) sono arrivate a conclusioni divergenti per quanto riguarda la sua sicurezza. Proprio per questo il testo approvato oggi dall’Aula chiede che le valutazioni dei rischi da parte della Commissione europea siano rese pubbliche.
“Il voto di oggi è un segnale importantissimo per una svolta in senso ecologico e sostenibile del nostro modello produttivo e l’Italia dovrebbe ‘battere i pugni sul tavolo’ della trattativa europea”, spiega Monica Frassoni, co-presidente del Partito Verde europeo.
“La palla – aggiunge Frassoni – ora è nel campo dei governi nazionali della Ue, che domani voteranno la proposta della Commissione di rinnovare la licenza per altri 10 anni a partire dal prossimo 15 dicembre 2017. In maniera decisamente responsabile, l’Italia (insieme ad altri paesi quali la Francia, l’Austria e il Lussemburgo) si è già espressa contro il rinnovo del glifosato: ha ora il dovere morale di fungere da stimolo per quei paesi che ancora non hanno assunto una posizione certa e di convincerli ad anteporre il bene dei cittadini, della salute e dell’ambiente agli interessi di settore e delle multinazionali”.
“Pd, Forza Italia e Lega hanno votato contro il divieto totale e immediato all’uso del glifosato, e hanno concesso un rinnovo di 5 anni di questo pesticida probabilmente cancerogeno” commenta Eleonora Evi, eurodeputata M5S. “Oggi era necessario un segnale forte da parte del Parlamento europeo, in una decisione che non era neppure vincolante – aggiunge l’europarlamentare -, eppure è arrivato l’ennesimo, futile e sporco gioco di prestigio al ribasso. Altri 5 anni d’infestazione, senza che esista una smentita credibile allo studio dello Iarc che classifica il pesticida più celebre e diffuso al mondo come probabile cancerogeno per l’uomo. Altri 5 anni in cui il principio di precauzione verrà deliberatamente calpestato”.
Il pronunciamento del Parlamento Ue è accolto con favore da Coldiretti, che richiama l’attenzione sulle “misure precauzionali” per prodotti stranieri trattati con modalità analoghe a quelle del Glifosato. L’associazione guarda con preoccupazione il Canada, Paese con cui l’Ue ha da poco sottoscritto un accordo commerciale. Ma Coldiretti denuncia che “circa 1,2 miliardi di chili di grano sono sbarcati lo scorso anno dal Canada, dove viene fatto un uso intensivo di Glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare”.