Bruxelles – Sui conti del divorzio ormai sembra che ci sia un dialogo tra sordi. Da una parte l’Unione europea che chiede al Regno Unito di sottoscrivere impegni precisi, dall’altra Theresa May che ribadisce di voler pagare quanto dovuto ma continua non dare cifre. Questa mattina i leader di sono riuniti a Ventisette per discutere di Brexit. Prima della riunione il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha avuto un incontro bilaterale con May, che ieri nella cena di ieri ha ribadito gli impegni presi con il discorso di Firenze, ma il suo intervento non è stato sufficiente a superare lo stallo. “Sono ambiziosa e positiva per questi negoziati e per il futuro del Regno Unito ma so che c’è ancora della strada da fare”, ha ammesso la premier dopo l’incontro con Tusk chiedendo però di riconoscere “quanto ottenuto fino ad oggi”.
“Ho reso chiaro che onoreremo gli impegni presi nel periodo in cui eravamo membri” dell’Ue, ha detto riferendosi alle questioni finanziarie, sottolineando che “c’è lavoro da fare nei dettagli e procederemo riga dopo riga”. Ma questo lavoro nei dettagli avrebbe dovuto essere già stato fatto e sul punto si sarebbe dovuto avanzare più in fretta. I leader lo scrivono chiaro e tondo nelle loro conclusioni a 27 sulla Brexit. “Mentre il Regno Unito ha dichiarato di voler rispettare i propri obblighi finanziari assunti nel periodo dell’adesione all’Ue, questo non è ancora stato tradotto in un solido e concreto impegno onorare tutti questi obblighi”, lamenta il Consiglio. In generale i Ventisette sottolineano che “non sono stati fatti progressi a sufficienza in tre aree per passare alla seconda fase dei negoziati”, quella sulla futura relazione tra Londra e Bruxelles. Benché, ha precisato il presidente del Consiglio Donald Tusk, “questo non vuol dire che progressi non siano stati fatti, e noi continuiamo a lavorare anche sulla base delle indicazioni espresse a Firenze dalla premier May”. Non della stessa opinione Jean-Claude Juncker. Il capo negoziatore dell’ue, Michel Barnier, “ha usato tre volte la parola stallo, io lo avrei fatto quattro volte”, ha tuonato il presidente della Commissione, lamentando il fatto che Londra abbia detto più volte di essere pronta anche a uno scenario ‘no deal’: “Che cosa vuol dire per loro ‘nessun accordo? Non me lo ha spiegato nessuno. Io odio questo scenario, voglio un accordo equo”.
#Brexit: no sufficient progress on 3 areas to
move to 2nd phase but #EU27 leaders green-light internal preparations. https://t.co/g3OsMKsv6m— EU Council (@EUCouncil) October 20, 2017
Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha brevemente commentato che “sulla Brexit non dico niente perché non c’è niente da dire”.
La sempre tagliente presidente della Lituania, Dalia Grybauskaite, ha tagliato corto al suo arrivo al vertice, affermando che “è necessario passare dalle parole ai fatti” e “avviare veri negoziati e non trattare solo attraverso la retorica sui media”. Secondo la presidente lituana, il discorso di May durante la cena con i leader è stato buono in termini di “capacità oratorie. Ma per i negoziati servono anche capacità negoziali e non solo retorica”.
Angela Merkel confermato che fino ad oggi “non sono stati fatti progressi sufficienti per passare alla fase due dei negoziati”, ma ha concesso che, dopo il discorso di Firenze, ci sono stati “segnali molto chiari” da parte britannica, “ma non sufficienti per iniziare la seconda fase” dei negoziati soprattutto perché sulle questioni finanziarie Londra non ha offerto “nuove specificazioni”.
I Ventisette stanno comunque già lavorando al nuovo mandato negoziale, quello per la seconda fase delle trattative che, nelle speranze dei leader potrebbe anche cominciare dopo il Consiglio di dicembre, anche se al momento questa speranza sembra di difficile realizzazione.
Leggi le conclusioni complete del Consiglio europeo sulla Brexit
Alla luce dei primi cinque turni di negoziati, tenendo conto della valutazione presentata dal negoziatore dell’Unione e riaffermando le sue linee guida del 29 aprile 2017, il Consiglio europeo:
– accoglie con favore i progressi compiuti in materia di diritti dei cittadini e invita il negoziatore a costruire sulla convergenza raggiunta in modo da fornire la necessaria certezza del diritto e garantire e a tutti i cittadini interessati e ai loro familiari che saranno in grado di esercitano direttamente i propri diritti derivanti dalla legislazione dell’Ue protetti dall’accordo sulla separazione anche attraverso procedure amministrative semplici e semplici e il ruolo della Corte di giustizia dell’Unione europea;
– riconosce che, per quanto riguarda l’Irlanda, sono stati registrati progressi sulla convergenza della protezione di principi e obiettivi dell’accordo del Venerdì Santo e del mantenimento della Zona di viaggio comune e invita il negoziatore dell’Unione a perseguire un ulteriore raffinamento di questi principi, tenendo conto della grande sfida che il ritiro del Regno Unito rappresenta, anche per quanto riguarda l’evitare la costruzione di uan frontiera rigida, e aspettando quindi che il Regno Unito presenti e si impegni a soluzioni flessibili e fantasiose che sono richieste dalla situazione unica dell’Irlanda;
– osserva che, mentre il Regno Unito ha dichiarato di rispettare i propri obblighi finanziari assunti nel periodo dell’adesione all’Ue, questo non è ancora stato tradotto in un solido e concreto impegno del Regno Unito per onorare tutti questi obblighi.
2. Sulla base di questi progressi, il Consiglio europeo chiede che il lavoro continui per proseguire consolidando la convergenza raggiunta e proseguendo i negoziati per essere in grado di passare alla seconda fase dei negoziati nel più breve tempo possibile.
3. Nella prossima sessione di dicembre, il Consiglio europeo riesaminerà lo stato di avanzamento del programma i negoziati per determinare se sono stati raggiunti progressi sufficienti in ciascuno dei tre temi di cui sopra. In caso affermativo, esso adotterà linee guida aggiuntive in relazione al quadro per la futura relazione e sulle possibili disposizioni transitorie che siano nell’interesse dell’Unione e si conformino alle condizioni e ai principi fondamentali degli orientamenti del 29 aprile 2017. In questo contesto, il Consiglio europeo invita il Consiglio articolo 50 insieme al negoziatore dell’Unione ad avviare discussioni preparatorie interne.