Bruxelles – Il primo Paese di arrivo non sarà più automaticamente obbligato ad accogliere i richiedenti asilo. E’ la norma più “rivoluzionaria” proposta dalla commissione per le libertà civili del Parlamento europeo, che oggi ha approvato le sue proposte per un nuovo regolamento di Dublino, pietra angolare del sistema d’asilo dell’Unione europea, che mirano a rimediare alle attuali debolezze e a creare un sistema solido per il futuro. Questo regolamento è l’insieme di regole dell’Unione europea che determina quale Stato membro è responsabile del trattamento di una domanda di protezione internazionale
La proposta dovrà ora essere approvata dall’Aula, nella plenaria di novembre a Strasburgo.
Il primo paese di arrivo non sarà più automaticamente responsabile per i richiedenti asilo e, secondo la proposta parlamentare, l’attribuzione della responsabilità sarebbe invece basata sui “reali legami” con uno Stato membro, quali la famiglia, l’avervi già vissuto in precedenza o aver seguito lì gli studi.
In assenza di questi legami, i richiedenti asilo verrebbero automaticamente assegnati ad uno Stato membro dell’Ue in base ad un metodo di ripartizione fisso, non appena registrati e dopo un controllo di sicurezza e una rapida valutazione dell’ammissibilità della loro domanda di protezione. Ciò per evitare che gli Stati membri “in prima linea”, come l’Italia, si assumano una quota sproporzionata degli obblighi internazionali dell’Europa nei confronti delle persone bisognose e per accelerare le procedure di asilo.
Gli Stati membri che non rispettano le norme rischiano di veder ridotto il loro accesso ai fondi Ue.
Il progetto di relazione preparato dalla liberale Cecilia Wikström è stato approvato con 43 voti a favore e 16 contrari (tra i quali il Movimento 5 stelle e la Lega), senza alcuna astensione. Il testo costituisce il mandato negoziale del Parlamento per i colloqui con gli Stati membri in seno al Consiglio.
Secondo Wikström “il sistema europeo di asilo è una delle questioni chiave che determinano lo sviluppo futuro dell’Europa e il mio obiettivo è creare un sistema d’asilo veramente nuovo basato sulla solidarietà, con regole chiare e incentivi a seguirle, sia per i richiedenti asilo che per tutti gli Stati membri”.
“Non c’è nulla da festeggiare, nel testo della riforma di Dublino c’è scritto l’esatto contrario di quanto Forza Italia e PD stanno raccontando agli italiani. Si tratta di un vergognoso passo indietro, non viene introdotto un meccanismo automatico per i ricollocamenti e, anzi, tutti i migranti economici resteranno dove arrivano: in Italia”, così commenta Laura Ferrara, eurodeputata M5S.
“Quando ci sono in ballo gli interessi dell’Italia, i 5Stelle votano contro” Lo dichiara l’europarlamentare del Pd Simona Bonafe’, commentando il voto. “Oggi- continua l’eurodeputata dem- l’Italia ha ottenuto una vittoria importante. Il voto della Commissione Libe ha sancito due fatti fondamentali: l’abolizione del principio che sia il paese di primo ingresso a dover dare protezione ai richiedenti asilo e l’obbligo della ricollocazione permanente e automatica per tutti i paesi Ue. Da tre anni l’Italia si batte per affermare questo principio di solidarietà europea, ed oggi otteniamo una grande conquista, peraltro con una maggioranza larghissima”.
Non nasconde la sua soddisfazione anche l’europarlamentare di Possibile Elly Schlein, relatrice della riforma di Dublino per il gruppo dei Socialisti e Democratici, dopo il voto di oggi: “Grande risultato al Parlamento europeo, che ha votato con larga maggioranza un’ambiziosa riforma di Dublino che porterà finalmente a condividere la responsabilità dell’accoglienza tra tutti i Paesi dell’Unione, lanciando un segnale forte e chiaro al Consiglio e ai cittadini europei”.
Secondo Marco Affronte, eurodeputato indipendente del gruppo dei Verdi, “l’indirizzo dato dalla Commissione Libe oggi è chiaro nell’indirizzo verso una politica in materia di asilo che rifletta meglio le esigenze dei richiedenti asilo. I legami familiari, i legami sociali e culturali e la lingua possono avere un grande impatto sulla capacità delle persone di integrarsi nella loro nuova comunità. Ecco perché abbiamo insistito affinché si tenesse maggiormente conto dei legami significativi che i richiedenti asilo possono avere negli Stati membri dell’Unione europea e affinché abbiano un peso sul luogo di accoglienza”. “Adesso – conclude Affronte – spetta agli Stati membri sbloccare i progressi compiuti al Consiglio Europeo, sperando che gli egoismi nazionali non impediscano questa giusta riforma”.
Per l’europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Nord Lorenzo Fontana “la riforma non migliorerà la situazione dell’Italia, che si troverà ad essere, oltre a Paese di approdo, anche hub di smistamento degli immigrati diretti in Europa. Un testo lacunoso – non si parla di clandestini e di rimpatri, i veri problemi -, che lascia all’Italia l’esame di prima istanza di tutte le richieste d’asilo e che basa la ripartizione di tutte le quote di immigrati tra gli Stati membri su un sistema fallimentare come quello dei ricollocamenti”.