Bruxelles – La Catalogna sarà commissariata. Ad annunciarlo è stato il governo spagnolo, pochi minuti dopo aver ricevuto la lettera con la quale e il capo del governo regionale Carles Puigdemont non ha chiarito la sua posizione sull’indipendenza, ribadendo di aver soltanto “sospeso” gli effetti del referendum in attesa di un dialogo con Madrid, proposta che però “non ha ricevuto ancora risposta”.
“Se il Governo dello Stato dovesse persistere nell’impedire il dialogo e nella repressione – conclude nel suo breve testo Puidgemont -, il Parlamento della Catalogna potrà procedere, qualora lo ritenga opportuno, a votare la dichiarazione formale di indipendenza che non ha votato lo scorso 10 ottobre”.
Lette queste parole, il governo spagnolo ha constatato alle 10 di queste mattina, fissato come ultimatum, la mancata risposta del presidente della Generalitat catalana alla richiesta di chiarimenti avanzata l’11 ottobre riguardo la proclamazione dell’indipendenza e l’intenzione di restaurare l’ordine costituzionale che era stato alterato”, si legge in un comunicato.
Il premier Mariano Rajoy, che nel pomeriggio dovrebbe prendere parte al Consiglio europeo a Bruxelles, ha convocato un consiglio dei ministri per sabato mattina così da poter far scattare ufficialmente l’articolo 155.
La misura, che non è mai stata applicata, prevede la chiusura del parlamento regionale, la convocazione di nuove elezioni e la sottomissione dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale, al ministero dell’Interno spagnolo. In poche parole, una sospensione temporanea dell’autonomia della regione. Affinché tutto questo accada, il Senato deve dare la sua approvazione.
I leader catalani sanno che non sarà difficile ottenerla. Nell’aula spagnola, il partito popolare di Rajoy ha la maggioranza e può contare anche sul voto dei deputati di Ciudadanos capeggiati da Albert Rivera. Più difficile prevedere cosa faranno i socialisti. Il leader del partito ha ripetuto più volte, anche in un incontro coi giornalisti a Bruxelles, di essere contrario al commissariamento ma non ha mai nascosto di essere un unionista.
Proprio perché ci sono le condizioni per far scattare ufficialmente il commissariamento, il governo catalano ha già fatto sapere che di fronte all’imposizione dell’autonomia, proclamerà ufficialmente l’indipendenza che, al momento, risulta sospesa. La decisione è stata presa da PDeCat, il partito di cui fa parte anche il capo dell’esecutivo Carles Puigdemont.
Intanto, in Spagna continuano le proteste degli indipendentisti che hanno dato il via a “una resistenza pacifica e ghandiana di massa” per “difendere le istituzioni” e “chiedere il rilascio dei prigionieri politici”. Il riferimento è a Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, i due presidenti delle maggiori associazioni secessioniste indagati per sedizione che, al momento, si trovano in custodia cautelare.