Bruxelles – L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea favorirà il riconoscimento delle eccellenze agroalimentari italiane, in quanto il Paese “assieme alla Germania, è sempre stato uno dei Paesi Ue maggiormente contrari al riconoscimento dei ‘Made in’ e, quindi, anche delle eccellenze agroalimentari italiane “. Lo ha sottolineato Brando Benifei, eurodeputato del Pd, partecipando ad una iniziativa che ha organizzato insieme a Simona Bonafè al Parlamento europeo di Bruxelles per promuovere una delle eccellenze della Toscana: il tartufo bianco di San Miniato.
Il clima è teso fra l’industria alimentare italiana e Londra. Nel 2014 il ministero della salute inglese ha introdotto il semaforo alimentare, un’etichetta da apporre sui cibi affinché il consumatore riesca a stabilire quanto sia salutare quello che sta comprando. Il sistema “semaforico” anglosassone volto a contrastare l’obesità, ha finito col penalizzare molti prodotti italiani tra cui l’olio d’oliva e il grana Padano.
Secondo Benifei, bisognerebbe rafforzare l’asse dei Paesi mediterranei che vorrebbero la possibilità di portare i propri prodotti sui mercati internazionali con il massimo livello possibile di protezione e di riconoscimento delle loro specificità territoriali. “L’uscita del Regno Unito apre nuove possibilità per l’Italia per questo motivo è stato importante portare al Parlamento europeo il tartufo bianco di San Miniato, proprio per far conoscere una delle nostre eccellenze, che ci impegniamo a proteggere meglio”, ha affermato il deputato.
“In Toscana abbiamo più di 40 produzioni di tartufo e quello bianco di San Miniato è il migliore”, ha dichiarato Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, aggiungendo: “Non siamo venuti a chiedere nulla all’Europa, ma a sostenere che l’agricoltura europea del futuro deve puntare sempre più sulla qualità dei prodotti. Dobbiamo difenderla per la nostra stessa riconoscibilità: come il tartufo, abbiamo anche pane, vino e tanti altri prodotti di alta qualità”.
L’industria agroalimentare italiana con i suoi 132 miliardi di euro (di cui 30 miliardi provenienti solo dall’esportazione nel 2016) è al secondo posto del paese, in termini di fatturato, dopo quella meccanica.