Roma – Lingue regionali e minoritarie: finalmente l’Italia sembra avviata verso la ratifica della carta europea per la loro tutela. Il governo italiano ha firmato la Carta ormai molti anni fa, il 21 giugno 2000, ma non ha ancora approvato lo strumento di ratifica. Nel corso delle ultime tre legislature, XIV, XV e XVI, non si è mai riusciti a concludere l’iter legislativo, nonostante si sia cercato ogni volta di trovare un accordo su un testo ampiamente condiviso.
La questione è ora approdata all’attenzione dell’aula del Senato, che l’ha in calendario oggi. Il provvedimento dovrà comunque poi passare al vaglio e approvazione di Montecitorio.
La Carta chiarisce quali debbano essere gli obiettivi e i princìpi ai quali gli Stati firmatari sono tenuti ad adeguare la propria politica legislativa. Prima di tutto, riconoscere le lingue regionali o minoritarie come espressione di ricchezza culturale; rispettare l’area geografica di ciascuna lingua regionale o minoritaria; agevolare e incoraggiare l’uso, orale e scritto, delle lingue in questione, sia nella vita privata sia in quella pubblica; prevedere forme e mezzi per l’insegnamento e lo studio di queste lingue, nonché promuovere studi e ricerche nelle università o presso istituti equivalenti.
Nel testo all’attenzione dei senatori sono state introdotte norme con riferimento sia alla tutela delle minoranze Rom e Sinti, sia all’introduzione della dicitura bilingue “Alto Adige/Südtirol”,sia poi per estendere alle popolazioni germaniche dell’Alto Adige/Südtirol, slovene e quelle parlanti il francese e il ladino quanto previsto dalla Convenzione riguardo ai mass media, ovvero “ad assicurare la creazione di almeno una emittente radiofonica e di un canale televisivo nelle lingue regionali o minoritarie”.