Bruxelles – LUnione europea è “inorridita” per quanto accaduto alla giornalista di inchiesta Daphne Caruana Galicia, uccisa ieri a Malta con una autobomba. “Il diritto dei giornalisti ad investigare, a fare domande scomode e a riportare tutto è il cuore dei valori dell’Unione Europea e noi dobbiamo garantirli tutto il tempo. Confidiamo che giustizia sarà fatta”, ha affermato il portavoce del presidente della Commissione Europea, Jean.Claude Junker.
Daphne Caruana Galicia faceva parte del network di giornalisti European Investigation Collaboration (EIC) che ha vinto il premio Pulitzer per l’inchiesta sui Panama Papers, dando il suo contribuito contribuendo in maniera diretta ai Malta files, carteggi che rivelano storie di evasione fiscale e rapporti torbidi tra politici e imprenditori esteri con il governo maltese.
Il presidente del Partito popolare europeo Joseph Daul, ha affermato che “il suo lavoro sui Panama Papers ha reso il mondo un luogo più trasparente e più giusto”. “È fondamentale, soprattutto in questo momento, proteggere adeguatamente i giornalisti che servono all’interesse pubblico mostrando questi intrecci”, ha chiesto Gabi Zimmer, presidente del gruppo della Sinistra unita Gue, secondo cui l primo ministro Joseph Muscat, che pure era stato toccato dall’inchiesta della giornalista, “ha un dovere particolare a questo proposito, ha promesso al Parlamento europeo di fare tutto il possibile per avere un’indagine completa e chiarire i casi di frode fiscale “.
“Molti membri del nostro gruppo che lavoravano alla commissione d’inchiesta nei Panama Papers hanno avuto l’opportunità di incontrarsi e discutere con Caruana Galizia a Malta”, ha ricordato il capogruppo dei socialdemocratici, Gianni Pittella, aggiungendo che “il suo lavoro inarrestabile come blogger e come giornalista indipendente per esporre la corruzione è stato lodato da tutti”. Per Pittella “bisogna fare tutto il possibile per trovare i responsabili di questo crimine odioso”.
“Ognuno ha quello che si merita sono contento :)”, ha scritto invece su Facebook il sergente della polizia maltese Ramon Mifsud, uno degli uomini che dovrebbero indagare sull’attentato, scatenando un’ondata di indignazione e continuando così quella campagna di odio sui social che andava anti da tempo grazie anche a pagine come “Make a ban on Daphne Caruana Galicia”.
Il figlio della donna, Matthew Caruana, anche lui giornalista del network EIC, ha affidato la sua rabbia a Facebook in un lungo post, dove non tralascia di attaccare il premier maltese Muscat : “Viviamo in uno stato mafioso. Ecco cosa accade quando le istituzioni dello Stato sono incapaci: l’ultima persona che rimane in piedi spesso è un giornalista. E quindi è la prima persona che deve morire. Il governo di Malta ha permesso che si alimentasse una cultura di impunità. E’ di poco conforto sapere che il premier di questo Paese ora dica che non avrà pace fino a quando gli assassini non saranno trovati, quando è lui a guidare un governo che incoraggia la stessa impunità. Prima ha riempito il suo ufficio di corrotti, poi ha riempito la polizia di corrotti e imbecilli, infine ha riempito i tribunali di corrotti e incompetenti”.