Bruxelles – La blogger maltese Daphne Caruana Galizia, famosa per la sua inchiesta sui Malta Files e l’evasione fiscale, è stata uccisa da un’autobomba non lontano dalla sua abitazione a Malta. L’esplosione è avvenuta intorno alle 15 a Bidnija, mentre Caruana Galizia era alla guida della sua Peugeot 108. Le circostanze dell’omicidio sono ancora da chiarire.
Il primo ministro di Malta Joseph Muscat ha detto che si è trattato di un “barbaro attacco” e ha promesso che non si “riposerà” fino a che non sarà fatta giustizia. “Tutti sanno che Galizia mi ha criticato duramente sia a livello politico che personale ma nessuna rivalità giustifica una morte del genere”, ha aggiunto il primo ministro. “L’uccisione brutale di Daphne Caruana Galizia è un tragico esempio di una giornalista che ha sacrificato la sua vita per cercare la verità. Non sarà dimenticata”, ha promesso il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani.
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Due settimane prima di essere uccisa, la giornalista aveva detto alla polizia di temere per la propria vita e aveva sporto denuncia per minacce di morte. Ciò nonostante, non si era fermata. Dopo gli articoli sui politici, i finanzieri e i manager che avevano creato società nell’isola per evadere il fisco, Caruana Galizia aveva scritto anche di uno scandalo di corruzione che coinvolge, tra gli altri, la moglie del premier laburista Muscat. L’ultimo post pochi minuti prima di morire, alle 14:35 del 16 ottobre 2017. Riguardava la testimonianza del capo dello staff di Muscat, Keith Schembri: un nome già noto nell’inchiesta sui Panama Papers.
La giornalista lascia il marito Peter e tre figli di cui uno, Matthew, anche lui giornalista.