Bruxelles – Parità di trattamento economico, rimborsi dei viaggi, obbligo per gli Stati di pubblicare delle condizioni salariali: ecco le novità per i lavoratori distaccati, quanti lavorano in un altro Stato membro dell’Ue per conto di aziende registrate e attive nel Paese di provenienza del lavoratore. La commissione Lavoro del Parlamento europeo ha approvato il testo con le proposte di modifica delle regole comunitarie in materia. Adesso l’Aula è chiamata ad approvare il testo per avviare le negoziazioni con il Consiglio. Il voto è previsto la settimana prossima, nella sessione plenaria di Strasburgo.
Le nuove norme (approvate con 32 voti a favore, 8 contrari e 13 astenuti), prevedono che le regole che si applicano ai lavoratori locali debbano essere applicate anche ai lavoratori distaccati. Questo vale soprattutto per i salari: il pagamento dei lavoratori distaccati dovranno rispondere al regime previsto per legge e dai contratti collettivi in vigore nel Paese ospitante. Gli Stati membri ospitanti saranno però lasciati liberi di scegliere se preferire l’applicazione di accordi collettivi regionali o settoriali, anziché quelli nazionali, se offrono condizioni più favorevoli per i lavoratori in servizio. In linea di principio le spese di viaggio e di alloggio devono essere rimborsate o far parte del salario, e se il distacco supera i 24 mesi tutte le condizioni di lavoro del paese ospitante si applicano ai lavoratori distaccati. Tale limite di due anni può essere esteso “se un’azienda ha bisogno di più tempo per completare il servizio da fornire”. Perché il nuovo sistema funzioni, gli Stati dovranno rendere pubbliche le condizioni remunerative e contrattuali in vigore a livello nazionale e locale.
“L’accordo è politicamente chiaro: vogliamo migliorare la tutela dei lavoratori e assicurare condizioni di parità per le imprese nel mercato interno”, il commento di Elisabeth Morin-Chartier (Ppe), co-relatrice del testo. Soddisfatto l’altro co-relatore del provvedimento, il socialista Agnes Jongerius. Il voto di oggi “è un passo importante per la creazione di un’Europa sociale che protegge chi lavora garantendo concorrenza leale”.
Nel 2015 sono stati registrati circa due milioni di lavoratori distaccati nell’Unione europea, e tra il 2010 e il 2014 il loro numero è aumentato del 41,3%. Germania, Francia e Belgio ricevono il numero più alto di lavoratori e da sole ospitano circa il 50% di tutti i lavoratori distaccati, che attualmente non arrivano a rappresentare l’1% dei lavoratori totali dell’Ue.