Bruxelles – Il leader catalano Carles Puigdemont non ha fatto sapere se intende dichiarare l’indipendenza della regione. In una lettera di quattro pagine inviata al premier spagnolo Mariano Rajoy, il capo dell’esecutivo catalano ha ignorato la richiesta di chiarimenti fatta da Madrid e ha rinnovato l’invito a dialogare “il prima possibile” per “due mesi”, così da “esplorare le prime intese”. A Madrid però la risposta non è stata giudicata sufficiente, e il governo con la vicepremier de Santamaria, chiede completa chiarezza sulla questione dell’indipendenza entro giovedì, altrimenti la regione sarà commissariata.
“La priorità del mio governo è cercare con tutta l’intensità la via del dialogo”, scrive Puigdemont. “Vogliamo parlare, come lo fanno le democrazie consolidate, sul problema che pone il popolo catalano, che vuole intraprendere il suo cammino come Paese indipendente nel quadro europeo”.
ÚLTIMA HORA: Carta de Puigdemont al requeriment de Rajoy. Li demana dos mesos per dialogar i que aturi la repressió i les amenaces. pic.twitter.com/I3RnAg97oz
— SER CATALUNYA (@SERCatalunya) October 16, 2017
Il capo dell’esecutivo continua dicendo che, proprio perché la Spagna è una democrazia, bisogna fermare la “repressione” contro i cittadini e il governo locale.
“La nostra proposta è sincera ma è incompatibile con l’attuale clima di minaccia”, spiega Puigdemont. “Non lasciamo che la situazione si deteriori. Con buona volontà, riconoscendo il problema e guardandolo in faccia, sono sicuro che possiamo trovare la via della soluzione”.
La controparte non è altrettanto ottimista e lamenta troppa confusione. In un discorso al Parlamento nazionale, la vicepremier Soraya Sáenz de Santamaría ha chiesto a Puigdemont di rispondere “con chiarezza” aggiungendo che “lo esigono i cittadini” e “non è difficile”. A suo giudizio, il capo dell’esecutivo “ha l’opportunità di rettificare, di tornare alla realtà” e “nessuno nega il dialogo” ma bisogna rispettare la legge. E ancora, “l’articolo 155 non serve a sospendere l’autogoverno, ma a far sì che agisca in accordo con la legalità”
In una riunione dei ministri iberoamericani, il guardasigilli Rafael Català ha detto che il governo centrale considera la risposta “insoddisfacente”, ma ha ricordato che la Generalitat ha tempo fino a giovedì per correggere le sue posizioni ed evitare il commissariamento previsto dall’articolo 155. Il presidente del partito popolare in Catalogna Xavier Garcia Albiol parla invece di Puigdemont come di un “incosciente”.
Después de leer la respuesta de @KRLS es evidente que este hombre es un inconsciente y pretende reventarlo todo.
— Xavier García Albiol (@Albiol_XG) October 16, 2017
Delusa anche la Cup. Il partito di sinistra indipendentista catalano aveva invitato il capo dell’esecutivo a non indietreggiare e ad approfittare della risposta di Madrid per proclamare l’indipendenza e la repubblica e ora minaccia di far cadere il governo catalano.
Nel frattempo, continua il processo che vede il presidente dell’associazione secessionista Omnium Jordi Cuixart, quello dell’Assemblea Nazionale Catalana Jordi Sanchez, il capo della polizia Teresa Laplana e il responsabile dei Mossos d’Esquadra Josep Lluis Trapero indagati per sedizione.In serata è arrivata la notizia che la giudice Carmen Lamela ha disposto la custodia cautelare per i due presidenti. Il motivo: potrebbero “nascondere, alterare o distruggere prove” relative alle manifestazioni indipendentiste del 20 e del 21 settembre organizzate per “fermare la Guardia Civil”. Restano invece in libertà il maggiore Josep Lluis Trapero e la responsabile della polizia Teresa Laplana ai quali è stato imposto l’obbligo di firma e fatto divieto di allontanarsi dalla Spagna. Dopo la testimonianza della Guardia Civil, la loro posizione è però peggiorata.
Il corpo di polizia nazionale potrebbe presto contare su nuove reclute. Secondo il quotidiano spagnolo El Mundo, 50 agenti dei Mossos hanno presentato domanda per entrare nella Policia Nacional ma sarebbero 500 (su quasi 17.000) quelli pronti ad andarsene.