Bruxelles – L’Austria vira a destra. Dalle urne esce un Paese profondamente ridisegnato a livello politico, che rischia ora di trascinare l’Europa in una nuova stagione di conflitti politici. Vengono premiati i partiti di destra, a cominciare dal partito popolare (Ovp) del giovane Sebastian Kurz, primo con il 31,4% dei voti. Seconda formazione diventa il partito della libertà (Fpo), il partito dell’ultra-destra che fu guidato da Jorg Haider. Scende al 26,7% dei voti il partito socialdemocratico (Spo), terzo nei risultati finali. Escono dal Parlamento i Verdi, il partito del presidente della repubblica Alexander van der Bellen, scesi dal 12,4% preso con le elezioni del 2013 al meno del 4%, la soglia minima per avere seggi. I Verdi sedevano ininterrottamente in Parlamento dal 1986.
Adesso il rebus per l’Europa è la politica che potrà attuare questa nuova Austria, dove prende corpo l’ipotesi di coalizione tra i due partiti più votati. Kurz non ha i numeri per formare il governo e dovrà per forza di cose cercare alleanze, e l’alleanza Ovp-Fpo appare la più accreditata. Vorrebbe dire un governo euroscettico e fortemente anti-immigrazione. L’Fpo siede in Parlamento europeo con il gruppo Europa delle Nazioni e delle libertà (Enl), di cui fanno parte il Front National di Marine Le Pen,la Lega di Matteo Salvini, Alternative fur Deutschland, e il Pvv di Geert Wilders. Non una bella notizia per il Partito popolare europeo, a cui il partito di Kurz è affiliato. “Oggi abbiamo ottenuto un forte mandato per cambiare il Paese, e prometto di lavorare con tutte le mie energie per cambiare”, le parole di Kurz. “Vogliamo creare una nuova cultura politica, e cambiare per il meglio”.