Bruxelles – “Un’Unione bancaria completa è essenziale per il futuro dell’Unione economica e monetaria e per un sistema finanziario che favorisca la crescita e l’occupazione”. Lo ha spiegato Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea responsabile per la Stabilità finanziaria, illustrando le proposte presentate l’11 ottobre dall’esecutivo comunitario per terminare i lavori sull’Unione bancaria entro il 2018.
“Vogliamo un settore bancario in grado di assorbire le crisi e di condividere i rischi tramite canali privati, assicurando così che i contribuenti non siano i primi a dover pagare”, ha aggiunto Dombrovskis, spiegando che quelle della Commissione sono “proposte concrete per proseguire sulla strada della condivisione del rischio e della parallela riduzione del rischio”. L’augurio, dice il vicepresidente della Commissione è che Parlamento e Consiglio “trovino un accordo sulle restanti misure previste per il 2018”.
L’Unione bancaria secondo la Commissione deve essere completata perché possa realizzare il suo pieno potenziale nel rendere l’Unione economica e monetaria più stabile e più resiliente agli shock, limitando nel contempo la necessità della condivisione pubblica del rischio, con ricadute positive per l’intero mercato unico. Sulla scorta dei considerevoli progressi già realizzati, la Commissione ha pubblicato una comunicazione che definisce un percorso “ambizioso ma realistico” verso un accordo su tutti gli elementi ancora in sospeso dell’Unione bancaria, alla luce degli impegni assunti dal Consiglio. La comunicazione prelude al vertice dei leader dell’euro di dicembre in formato inclusivo, durante il quale si discuterà dell’Unione bancaria nell’ambito delle discussioni su come approfondire l’Unione economica e monetaria. Insieme all’Unione dei mercati dei capitali, un’Unione bancaria completa promuoverà un sistema finanziario stabile e integrato nell’Ue.
Nel suo discorso sullo stato dell’Unione il Presidente Juncker ha ribadito che l’Unione bancaria può funzionare solo se la riduzione del rischio e la condivisione del rischio vanno di pari passo. La Commissione ha già proposto misure volte a ridurre ulteriormente il rischio e a migliorare la gestione dello stesso nelle banche. Dopo aver presentato lo scorso novembre un ampio pacchetto di misure per la riduzione del rischio che prevede modifiche della legislazione bancaria, la Commissione invita ora il Parlamento europeo e gli Stati membri a compiere progressi in tempi rapidi. Pur riconoscendo l’attuale tendenza alla riduzione dei livelli di crediti deteriorati, la Commissione suggerisce nuove misure per ridurre tali crediti e aiutare le banche a diversificare gli investimenti nelle obbligazioni sovrane.
Per quanto riguarda la condivisione del rischio, la Commissione sta definendo alcuni suggerimenti volti a facilitare i progressi in sede di Parlamento europeo e di Consiglio sulle tappe verso un sistema europeo di assicurazione dei depositi (Edis), per garantire i depositi dei cittadini a livello centrale, un essenziale tassello mancante dell’Unione bancaria. La comunicazione traccia inoltre un percorso per predisporre rapidamente un dispositivo di sostegno comune di bilancio cui ricorrere in ultima istanza, per il quale gli Stati membri si sono impegnati già nel 2013, volto a garantire la solidità del sistema e a fare in modo che il Fondo di risoluzione unico (Srf) disponga di risorse sufficienti per far fronte anche a più risoluzioni bancarie importanti contemporaneamente.
La storia dell’Unione bancaria
Il percorso era iniziato ne 2012, quando la Commissione propose di creare un’Unione bancaria che consentisse di rinsaldare le basi del settore bancario e ripristinare la fiducia nell’euro. L’Unione bancaria, che si basa su requisiti prudenziali più rigorosi per le banche, consiste nella vigilanza bancaria, in norme per la gestione delle banche in dissesto e in una maggiore protezione per i titolari di depositi. I primi due pilastri sono stati realizzati con l’istituzione del meccanismo di vigilanza unico (Ssm) e del meccanismo di risoluzione unico (Srm). Tuttavia, non è stato ancora istituito un sistema comune di protezione dei depositi. Nel novembre 2015 la Commissione ha avanzato una proposta relativa a un sistema europeo di assicurazione dei depositi (Edis).
L’Unione bancaria può esprimere il suo pieno potenziale e fornire tutti gli strumenti necessari per affrontare crisi future solo se tutti i suoi elementi sono pienamente attuati. La relazione dei cinque presidenti del 2015 e il documento di riflessione sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria (Uem) avevano già chiesto il completamento dell’Unione bancaria entro la fine del 2019. La lettera di intenti successiva al discorso sullo stato dell’Unione del Presidente Juncker accelera, e invita a completare tutti gli aspetti dell’Unione bancaria entro il 2018.