Bruxelles – “L’uso della forza da parte della polizia durante il referendum del primo ottobre in Catalogna è stato sproporzionato e ingiustificato”. L’ennesima denuncia riguardo il comportamento delle forze di sicurezza spagnole arriva da Human Rights Watch, che nel suo report parla di pestaggi, manganellate, spray urticante, spari in aria a salve di fronte ai bambini e reperti medici che attestano fratture, contusioni e ustioni di vario grado. Il tutto supportato da prove.
“Le autorità devono rispettare i diritti umani, incluso il diritto di espressione, di riunione e, naturalmente, lo stato di diritto”, ha detto il rappresentante Kartik Raj. “Avviare un’indagine indipendente che sia frutto di una collaborazione tra Barcellona e Madrid potrebbe essere un importante passo in avanti per restaurare la fiducia reciproca”. Secondo l’organizzazione, anche “le istituzioni dell’Unione europea e gli Stati membri dovrebbero dire pubblicamente alle autorità spagnole che ogni uso della forza da parte della polizia deve essere in linea con le leggi nazionali ed europee sui diritti umani”.
Human Rights Watch è intervenuta sulla questione dopo che decine di persone hanno denunciato le violenze della polizia spagnola in occasione del referendum incostituzionale sull’indipendenza catalana. I video e le immagini diffuse in rete sembravano già comprovare queste accuse, ma l’organizzazione è andata più a fondo. Ha parlato con le presunte vittime, ha visionato referti medici e alla fine ha concluso che “in tre casi gli agenti della polizia nazionale e della Guardia Civil hanno fatto un uso eccessivo della forza”.
Il riferimento è a quanto successo a Girona e nei villaggi di Aguaviva e Fonollosa dove la polizia avrebbe violato seriamente e ripetutamente i diritti umani dei cittadini. Questo perché, secondo il report, gli agenti hanno picchiato e pestato i manifestanti provocando loro diverse fratture, utilizzato spray urticante e hanno sparato proiettili in aria di fronte ad alcuni bambini. “È vero che stavano eseguendo un ordine e avevano la legge dalla loro parte, ma questo non dava loro il diritto di utilizzare la violenza contro manifestanti pacifici”, ha detto Kartik Raj sottolineando che la maggior parte di coloro che sono stati feriti non erano armati e non presentavano perciò un rischio per l’incolumità della polizia.
Secondo il Dipartimento di sanità della Catalogna, 893 persone sono state ferite negli scontri del referendum del primo ottobre. Più basse le cifre presentate dal Ministero dell’interno secondo il quale 19 agenti della polizia nazionale e 14 della Guardia Civil hanno richiesto un intervento medico urgente mentre un “numero imprecisato di persone” ha riportato ferite di vario tipo. Organizzazioni e politici hanno denunciato a più riprese un “uso sproporzionato della forza” sul quale stanno attualmente indagando 23 tribunali catalani. Il governo spagnolo, però, non hai mai chiesto scusa ed è passato dalla negazione degli scontri alla convinzione che questi ci fossero stati ma non per colpa della polizia, bensì dei manifestanti. A questo proposito, il premier Mariano Rajoy ha di recente ripetuto in un discorso di fronte al parlamento che “l’uso della forza è stato proporzionato” e “tutti gli spagnoli devono essere grati alle forze di sicurezza che si sono comportate in maniera esemplare”.
Per quanto riguarda l’Unione europea, non c’è mai stata una condanna netta. In un comunicato diffuso all’indomani del referendum, la Commissione ha fatto sapere che “la violenza non è mai uno strumento da utilizzare in politica” ma non è andata oltre. Per Human Rights Watch, questo non basta e bisogna dire espressamente che la polizia ha utilizzato la forza e che l’ha fatto in maniera “eccessiva” e “ingiustificata”.