Bruxelles – In una lettera indirizzata al Ministro degli Interni italiano Marco Minniti, resa pubblica oggi ma inviata il 28 settembre, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks, chiede informazioni sulle operazioni marittime italiane nelle acque territoriali libiche, volte a gestire i flussi migratori. Ad oggi dal governo italiano non è giunta alcuna risposta.
Esprimendo apprezzamento per gli sforzi compiuti dall’Italia per salvare vite umane e per accogliere gli immigrati che arrivano nelle sue sponde negli ultimi anni, il Commissario sottolinea che, “anche quando uno Stato ha difficoltà a far fronte all’affluenza di migranti, ha ancora l’obbligo di proteggere e proteggere i loro diritti umani”.
“La giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo è chiara su questo dovere e credo sia importante per le operazioni dell’Italia nelle acque territoriali libiche”, scrive il Commissario, il quale sottolinea che “alla luce delle recenti relazioni sull’attuale situazione dei diritti umani dei migranti in Libia, consegnare le persone alle autorità libiche o ad altri gruppi in Libia li esporrebbe ad un reale rischio di tortura o di trattamenti o punizioni inumani o degradanti”.
Per questo motivo “esorto il governo italiano a chiarire il tipo di operazioni di sostegno che prevedono di fornire alle autorità libiche nelle acque territoriali libiche – scrive Muižnieks – e quali garanzie l’Italia ha istituito per garantire che le persone siano intercettate o salvate dalle navi italiane in acque territoriali libiche non subiscano successivamente una situazione contraria all’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.
Infine, il Commissario chiede informazioni sulle misure per garantire che le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, comprese quelle condotte da attori non governativi, possano essere condotte in maniera efficace e in sicurezza.