Bruxelles – La Commissione europea vuole un canale per l’immigrazione economica. Finora l’Ue garantisce accoglienza a quanti si trovano in una situazione tale da prevedere protezione internazionale, vuol dire guerre e persecuzioni. In sostanza i richiedenti asilo possono restare (se la domanda viene accettata), i richiedenti impiego no, a meno di permessi speciali, e chi mette piede su territorio Ue per lavoro viene considerato irregolare e rispedito indietro. Ora questo deve cambiare. “L’immigrazione economica non dovrebbe essere immigrazione irregolare”, secondo il commissario europeo per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos. In audizione in commissione Libertà civili del Parlamento europeo invoca una vera riforma “complessiva” del sistema comune di asilo, che preveda anche “un canale regolare per i lavoratori altamente qualificati” proveniente da Paesi terzi.
La Commissione chiede però sforzi di ampio respiro. “L’immigrazione continuerà per molti molti anni”, ricorda Avramopolus. Servirà una politica che adesso non c’è. “Mancano elementi importanti, e mi riferisco al sistema comune di asilo”. Si chiede in sostanza una riforma del regolamento di Dublino, il testo che disciplina il sistema di asilo europeo, ritenuto inadeguato al mutato scenario, fatto di crisi e ondate migratorie senza precedenti. “Tutti gli elementi dell’asilo comune devono essere completati”, e questi implica anche un sistema per la mobilità dei lavoratori, solo quelli però di cui l’Ue potrebbe aver veramente bisogno. Ciò si inserisce nel dibattito più ampio su cui gli Stati membri si sono fin qui divisi. Avramopoulos rinnova quindi l’invito alla presidenza estone del Consiglio a “trovare un compromesso accettabile per tutti gli Stati membri” sul nuovo regolamento di Dublino. Gli Estoni dovrebbero presentare una bozza, probabilmente già al prossimo consiglio Affari generali.