Bruxelles – L’aria d’Italia uccide, e più che altrove. Lo dicono i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), contenuti nel rapporto sulla qualità dell’aria di fresca pubblicazione. Le cose sembrano andare meglio, ma i numeri sono preoccupanti: nel 2014 le sole polveri ultrasottili hanno provocata 399mila morti premature in tutto il territorio dell’Ue. Di queste 66.080 in Germania, e 59.630 in Italia. Oltre alle polveri ultrasottili (pm2,5), a incidere sulla salute umana sono anche ossidi e diossidi di azoto (NOx e NO2), i gas prodotti e sprigionati principalmente dai motori della automobili, e l’ozono (O3). Qui la Penisola è maglia nera d’Europa. Il maggior numero di morti premature da ossidi e biossidi di azoto si registra in Italia (17.290 vittime sulle 75mila totali), così come per quelle da ozono (2.900 sulle 13.600). In pratica in Italia si concentra un quarto (23%) delle morti premature da NO2, un quinto (20%) di morti premature da ozono.
L’Agenzia europea per l’ambiente mette in luce un cambiamento, evidenziato dai dati. Questi “mostrano che la qualità dell’aria in Europa sta lentamente migliorando grazie alle politiche passate e attuali e agli sviluppi tecnologici”, rileva lo studio. Tuttavia, i progressi sono pochi e non bastano. Le concentrazioni di inquinamento atmosferico continuano a essere “elevate” e ad avere “importanti ripercussioni sulla salute degli europei”. Non solo. Ai costi per la salute umana si aggiungono quelli per maggiori spese medico-sanitarie, la riduzione di produttività lavorativa legata alle malattie, e i costi legati alla perdita di terreni fertili coltivabili. Costi difficili da calcolare, ma stimati attorno a 1.280 dollari (circa 1.082 euro) pro-capite di perdite annue. Si perde in sostanza uno stipendio mensile per i costi dovuti all’inquinamento europeo.
“Non dovremmo accettare il costo dell’inquinamento atmosferico”, critica Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia europea per l’Ambiente. “Con decisioni audaci e investimenti intelligenti nei trasporti più puliti, nell’energia e nell’agricoltura, possiamo affrontare l’inquinamento e migliorare la nostra qualità di vita”. Da qui l’invito a governi ed enti locali a “mostrare leadership nella protezione della salute dei cittadini attraverso il miglioramento della qualità dell’aria”.