Bruxelles – Il 15 ottobre il popolo austriaco è chiamato alle urne. Il favorito tra i candidati è Sebastian Kurz, del Partito Popolare (Ovp, la cui sigla però non appare più nei manifesti elettorali, sostituita proprio dal nome del leader) attuale ministro degli Affari esteri e dell’ Integrazione europea. Il partito guidato dal trentunenne è in testa ai sondaggi con il 33% delle preferenze. Gli altri due candidati maggiori sono il cancelliere uscente Christian Kern dei social democratici, stimati al 24% dei consensi, e il leader di estrema destra Heinz Christian Strache (Fvpo) che potrebbe contare su un 26%. A preoccupare l’Unione Europea in caso di vittoria di Kurz, una possibile alleanza tra l’Opv e il partito ultranazionalista Fvpo. In quel caso la politica austriaca si sposterebbe sempre più verso posizioni euroscettiche, anti immigrati e non solidali. Nel 2000 già ci fu un’alleanza come questa e l’Unione europea reagi con durezza, arrivando a minacciare la sospensione del diritto di voto per l’Austria nei consessi Ue.
Per i suoi occhi azzurri, il viso pulito, l’ideologia neoliberista e la giovane età, Kurz è stato definito da molti l’alterego austriaco del presidente francese Emmanuel Macròn. Sebastian Kurz, è nato a Vienna nel 1986. Nel 2005 si iscrive a Giurisprudenza, ma non riuscirà mai a portare a termine gli studi, troppo occupato com’è nell’attività politica. Nel 2008 è eletto leader della sezione giovanile del partito popolare di Vienna, e l’anno dopo, della sezione giovanile nazionale. È notato per la prima volta dall’opinione pubblica alle elezioni comunali della capitale austriaca del 2010. In quell’occasione inventò come slogan della campagna: “Nero fa figo” e rispose ad un giornalista di aver scelto quella frase come manifesto, perché “Il colore del partito popolare è il nero, e tutti i membri del partito popolare organizzano feste fighe e per questo, verrà resa Vienna figa”. Questa dichiarazione lo fece bollare come il figlio di papà viziato, snob e impreparato che gioca a fare il politico.
Nonostante questa considerazione pubblica poco felice, la sua scalata al potere non si è mai fermata. Divenuto membro del Parlamento di Vienna a soli 24 anni, dopo soltanto un anno è “passato di grado”, ricevendo la nomina di segretario di Stato per l’Integrazione del governo di grande coalizione. Tre anni dopo, nel 2014, è nominato Ministro degli Affari Esteri. La nomina ha suscitato non poco scalpore, vista la giovane età e il basso grado di scolarizzazione.
Come capo della diplomazia austriaca, Kurz ha fatto parlare molto di sé a livello internazionale. È stato soprattutto grazie alle sue pressioni che la rotta balcanica è stata chiusa, costringendo i migranti ad avere come unica via da percorrere il mar Mediterraneo. Come ministro degli Esteri, il suo atto più importante è stato indire il vertice sui Balcani a Vienna, nel febbraio 2016, al quale hanno partecipato Slovenia, Croazia, Bulgaria, Albania, Bosnia, Kosovo, Serbia, Macedonia, Montenegro e Austria. La sua scelta di escludere una nazione pesante sulla questione migranti a livello geografico e politico come la Grecia, fece molto discutere e provocò una dura reazione da parte di Alexis Tsipras. A Luglio, durante il consiglio Ue Affari esteri, all’udire la proposta di rilasciare permessi umanitari ai migranti che lasciavano l’Italia, Kurz ha dichiarato: “Se l’Italia farà passare i migranti per il Brennero, noi lo chiuderemo.”
Il partito popolare austriaco dell’Ovp aveva come colore storico il nero. Il giovane leader (divenuto formalmente tale il primo luglio scorso con il 98,7 per cento delle preferenze) l’ha però cambiato, ha scelto l’azzurro, e la lista che si presenta, si chiamerà “Noi con Kurz”. Il programma che il giovane leader ha presentato alle elezioni è fondamentalmente basato sulla rinegoziazione degli accordi sull’immigrazione con Bruxelles. Tra le proposte, c’è adibire un’isola del Mediterraneo all’accoglienza dei migranti, e di confinarli, seguendo il modello australiano, facendo il nome di Lampedusa, auspicando che venissero bloccati quanto prima i trasferimenti alla terraferma. Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, ha replicato che una dichiarazione del genere se la sarebbe aspettata solo da un naziskin.
A parte le preoccupazioni di carattere politico per la probabile vittoria di una coalizione molto nazionalista e contraria ad alcune fondamentali politiche dell’Ue, in realtà il cancelliere Kurz potrà essere un problema, ma non peserà più di tanto. L’Austria è un Paese neutrale con un piccolo esercito che più che altro si occupa di bloccare i migranti, non è dunque membro dalla Nato, è un Paese medio-piccolo come tanti nell’Unione (ha 8,7 milioni di abitanti) e la sua economia, benché tra le più ricche del mondo in termini di Pil pro-capite, non è tra le più rilevanti in Europa come peso relativo.
Nonostante sia stato scoperto che dietro i gestori di due pagine social di fake news su Kurz, si celassero uomini della Destra radicale del Fvpo, se Kurz diventasse cancelliere, si alleerebbe probabilmente con il partito di Strache. Kurz è stato il propulsore della legge che impedisce di indossare il burqa nei luoghi pubblici e in generale, il suo pensiero è in linea con il programma “anti islamizzazione ” dell’Austria sostenuto dal partito di Strache.