Eunews Migrazioni in poesia prosegue con i versi di Edgar Allan Poe (1809-1849) dedicati a tutti gli avventurieri che nel corso dei secoli hanno intrapreso la ricerca della famosa e misteriosa terra dell’oro, che le narrazioni tra il ‘500 e l’800 volevano nascosta nell’ odierno Sud America. La poesia intitolata proprio Eldorado, è un componimento narrativo in cui, Poe, gioca con il contrasto tra le luci e le ombre. L’ elemento dell’oscurità richiama il mistero che si avvolge attorno alla leggenda dell’Eldorado, i morti in viaggio, i sacrifici, i pericoli che ogni esploratore ha affrontato per tentare di raggiungerla. Il richiamo alle luci invece, si riferisce alla bellezza del viaggio, dell’avventura, della fortuna. Fedele al suo stile, Poe si rifà al grottesco e all’orrore, e tutta l’opera è una metafora sulla sconfitta del cavaliere.
Un ardito cavaliere
sotto il sole e in fitta ombra
già da tempo andava errando
-e cantava una canzone-
ricercando l’Eldorado.
Ma diventò vecchio intanto
questo prode cavaliere
e gli calò sul cuore un ombra
che non trovava mai terra
somigliante all’Eldorado.
E quando le forze
lo abbandonarono, infine
incontrò un’ombra pellegrina.
“Ombra ” egli chiese
“dove mai si troverà
questa terra dell’Eldorado?”
“Oltre ai monti
della Luna, giù
nella valle delle Tenebre,
cavalca, cavalca intrepido”
così l’ombra gli rispose
“Se vai in cerca dell’Eldorado!”