Bruxelles – La Commissione europea vuole completare l’unione bancaria, far ripartire un dossier arenato in Consiglio per le divisioni degli Stati membri, e dare quelle risposte che l’Europa ha promesso ma che al di là degli annunci ancora non ha ancora messo in atto. Sono questi gli obiettivi della comunicazione che l’esecutivo comunitario presenterà mercoledì. Un documento tecnico, ma che in sostanza intende alleviare le sofferenze bancarie attraverso un mercato dei crediti deteriorati. Una mossa che, nelle intenzioni di Bruxelles, permetterebbe passi avanti sulla realizzazione dello schema europeo di garanzia dei depositi, frenato per lo stato di salute di alcuni istituti di credito di certi Stati membri.
Nell’ambito del più generale progetto di riforma bancaria gli Stati membri hanno stabilito di creare dispositivi di assorbimento degli shock (‘backstop’). Si tratta di misure con cui integrare le disponibilità del Fondo unico di risoluzione creato nell’ambito della riforma più ampia dell’unione bancaria, che rimane incompleta. Idee al riguardo sono state presentate, e una di questa è per l’appunto l’Edis, il sistema europea di assicurazione dei depositi. E’ la mutualizzazione del rischio che preoccupa alcuni governi. Attualmente esiste un sistema di prestiti tra sistemi nazionali di garanzia dei depositi (Dgs). Edis dovrà sostituirsi a questo. Ma il livello di crediti deteriorati, i prestiti che le banche fanno fatica a farsi restituire, preoccupa i partecipanti. Non si vuole correre il rischio di mettere risorse nazionali per ‘salvare’ le banche altrui. Un timore diffuso soprattutto trai Paesi del nord dell’eurozona (Germania, Finlandia, Paesi Bassi).
La Commissione sosterrà quindi la necessità di creare un mercato secondario dove vendere i crediti deteriorati. Il modello di riferimento è quello statunitense. Oltre oceano esiste un mercato che in Europa al contrario non è mai stato sviluppato. A questo lavora l’esecutivo comunitario, che per il momento non offre dettagli legislativi non essendo la raccomandazione un testo legislativo ma di indirizzo politico per stimolare il dibattito. Ma non si esclude che si possa produrre una bozza in un secondo momento, e comunque dopo consultazione pubblica. Creando un mercato che possa permettere alla banche in sofferenza di liberarsi dei prestiti inesigibili, si potrebbero vincere le resistenze sullo schema comune per i depositi. Qui la Commissione ripensa la proposta messa sul tavolo nel novembre: le tre fasi di intervento diventerebbero due, garantendo liquidità in caso di necessità e arrivare gradualmente all’assorbimento delle passività.