Roma – “L’unità delle patrie nazionali è garanzia di stabilità, e senza stabilità non possiamo assicurare un futuro all’Europa”. Così il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, torna sulla vicenda dell’indipendenza della Catalogna. Nella sua ‘lectio magistralis’ pronunciata nella sede dell’Abi, a Roma, Tajani incalza gli indipendentisti catalani e i loro potenziali emuli sparsi per l’Ue: “Non si difende la bandiera europea distruggendo quella nazionale”, ha ammonito.
Che il discorso fosse rivolto proprio alla disputa in corso tra Barcellona e Madrid, il presidente lo ha esplicitato citando le parole del re di Spagna, Felipe VI, che in un intervento davanti all’Assemblea plenaria di Strasburgo disse: “Siamo europei perché siamo spagnoli”. “Io mi sento europeo perché sono italiano”, ha indicato Tajani, e rivolgendosi ai connazionali ha aggiunto che “saremo buoni europei se saremo buoni italiani”.
Le parole del presidente dell’Europarlamento, soprattutto quelle sull’impossibilità di difendere la bandiera europea attaccando quella nazionale, ricalcano l’ennesimo avvertimento rivolto dalla commissione Ue ai catalani, per bocca del commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, il quale ieri aveva ribadito che una Catalogna fuori dalla Spagna sarebbe automaticamente fuori dall’Ue. Senza contare che, come ha sottolineato il sottosegretario agli Affari europei sandro Gozi, nell’intervista rilasciata ieri a Eunews, anche se i catalani volessero rientrare come nuovo paese membro si scontrerebbero con il probabile veto della Spagna, che farebbe mancare in consiglio l’unanimità necessaria per sancire l’adesione di un nuovo Stato.