Bruxelles – Il discorso di Theresa May di fronte ai suoi colleghi di partito doveva essere un successo, dare slancio ai negoziati Brexit, restituirle credibilità. Ora che è passato, tutti lo ricordano come un disastro al limite del surreale. Colpa della tosse, di una finta lettera di licenziamento e persino del disgregamento del palco: tutti imprevisti che Theresa May è riuscita a superare, ma probabilmente finiranno per decretarne la scomparsa politica.
La premier britannica è intervenuta ieri sera a conclusione del congresso del suo partito a Manchester, iniziato domenica scorsa. Col suo discorso, sperava di rilanciare in primis la sua figura, offuscata dai negoziati Brexit e dal risultato delle elezioni generali, che hanno costato la maggioranza al suo partito e “sono causa sua”. La realtà è stata ben diversa.
Poco dopo aver iniziato, un signore – che poi si è scoperto essere il comico Simon Brodkin – le ha passato la P45, una lettera di licenziamento. “Boris, mi ha detto di dartela”, ha detto Brodkin, riferendosi al ministro degli esteri Boris Johnons, in aperto conflitto con la premier che forse vorrebbe sostituire.
Dopo che Brodkin è stato allontanato dalla sicurezza, ci si è messa la tosse. L’audience ha applaudito, per darle il tempo di riprendersi. May ha bevuto molta acqua, ma la voce non è tornata quella di prima. Infine, si è disgregata anche la scenografia del parco. La scritta dietro le spalle delle premier “Building a country that works for everyone” (costruire un Paese che funziona per tutti), ha perso la F di “for”, facendo perdere lo slogan di senso.
Incidenti a parte, gli osservatori pensano che il discorso sia stato comunque privo di sostanza, soprattutto per quanto riguarda la Brexit. Nelle dieci righe dedicate ai negoziati, May si è limitata a ribadire l’importanza di una “partnership speciale e profonda” con l’Unione e a rassicurare i cittadini europei su due punti: i loro diritti non verranno cancellati e nel periodo di transizione di due anni, potranno ancora godere della libertà di movimento. In poche parole, non ha affermato niente di più di quanto già detto a Firenze. Secondo gli esperti, la poca attenzione data ai negoziati sul divorzio è un segnale che la premier vuole concentrarsi negli affari interni e non ha ancora capito che il tempo scorre.