dal nostro inviato
Strasburgo – La procura europea può diventare realtà, anche se per il momento non parteciperanno tutti gli Stati membri e riguarderà solo i reati contro il bilancio Ue. Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo alla sua istituzione con 456 voti favorevoli, 115 contrari e 60 astensioni. L’Eppo (European Public Prosecutor’s Office) sarà istituita nell’ambito di una cooperazione rafforzata tra 20 Stati membri, al momento non hanno aderito oltre al Regno Unito ormai in uscita dall’Ue anche Svezia, Paesi Bassi, Malta, Ungheria, Polonia, Irlanda, Danimarca e Ungheria, che potranno unirsi in un secondo momento se lo vorranno. “Dobbiamo evitare la frammentazione nella lotta alle frodi. Gli Stati membri che, al momento, non partecipano a questo meccanismo di cooperazione rafforzata, sono invitati ad aderirvi in tempi rapidi”, ha chiesto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.
“L’istituzione di una Procura europea ci permetterà di compiere un importante passo avanti nell’azione di contrasto alle frodi, consentendo di combattere le frodi transfrontaliere mediante un migliore coordinamento tra gli Stati membri”, ha assicurato Tajani. La tutela dai reati a danno del bilancio dell’Unione e il perseguimento di tali reati sono attualmente competenza esclusiva degli Stati membri. L’Olaf, Eurojust ed Europol non hanno il mandato per svolgere indagini penali e la Procura europea punta a colmare questo vuoto istituzionale, spiega la risoluzione.
Attualmente, solo le autorità nazionali possono svolgere indagini e perseguire le frodi ai danni dell’Ue e le loro competenze si fermano ai confini nazionali. Adesso questa competenza passerà in maniera esclusiva all’Eppo che sarà guidato da un procuratore capo europeo, nella sede centrale in Lussemburgo, ma ogni Stato membro partecipante sarà rappresentato da un suo procuratore. In base al regolamento, le indagini saranno condotte dai procuratori europei delegati del Paese interessato e il loro numero a livello nazionale sarà deciso da ciascuno Stato. I procuratori delegati faranno integralmente parte dell’Eppo, ma continueranno anche a esercitare le proprie funzioni di procuratori nazionali. Quando agiranno per la Procura europea saranno però completamente indipendenti da quella nazionale.
La Procura europea assicurerà uno scambio più rapido di informazioni, il coordinamento delle indagini di polizia, e si occuperà del congelamento e sequestro dei beni, nonché dell’arresto transfrontaliero degli indagati. “Grazie all’Eppo, che riunirà il lavoro dei pubblici ministeri nazionali sotto un unico organo europeo, si affronteranno le carenze delle indagini nazionali non coordinate sull’uso improprio dei fondi Ue. Si spera che la portata dei suoi poteri potrà includere nel prossimo futuro anche i reati transfrontalieri come terrorismo e tratta di esseri umani”, ha auspicato la relatrice per l’Aula di Strasburgo, Barbara Matera (Ppe).
“La nascita del primo organo dell’Unione Europea dotato di autonomi poteri di indagine su scala sovranazionale rappresenta una svolta storica nella lotta alla criminalità transfrontaliera”, ha esultato Caterina Chinnici (S&D) definendo la procura uno “tra i maggiori progressi mai compiuti dall’Ue in campo penale”, e sottolineando l’importanza “dell’inserimento delle frodi Iva nella sua sfera di competenza, così come le norme su garanzie procedurali e protezione dei dati personali”.