dal nostro inviato
Strasburgo – Domenica in Catalogna non è successo niente, o quasi. Le immagini degli scontri e delle violenze sono state tutta una montatura per ingigantire la gravità della situazione, un piano orchestrato a dovere dal presidente della regione indipendentista, Carles Puigdemont, per conquistare consenso e legittimità alla sua causa e al suo intervento illegale. È la versione del governo spagnolo, che oggi accusa i media di avere, nei fatti, diffuso fake news. “Si parla di 844 feriti ma queste cifre sono state date dal governo catalano, nei fatti solo due persone sono state portate in ospedale, mentre tra i poliziotti ci sono stati 38 feriti accertati, e un agente è morto per un attacco di cuore causato dallo stress di quella situazione”, ha accusato parlando con i giornalisti europei a Strasburgo una importante fonte del governo di Madrid con la richiesta di restare anonimo.
“Il governo aveva ricevuto assicurazioni che la polizia regionale avrebbe gestito la situazione il giorno del referendum, e da alcune parti lo ha fatto, ma da altre ha lasciato il compito di intervenire alla polizia spagnola che ha usato la forza. È un caso che proprio lì c’erano tutte quelle telecamere? È una coincidenza? Alla fine del giorno, grazie alla diffusione di immagini vere e false, si è dato l’impressione che ci fosse stata una repressione diffusa contro gente pacifica”, ha affermato.
E l’accusa punta dritto a Puigdemont che “stava contemplando la violenza, ne aveva bisogno”, perché essa era “al 150% parte del piano”, in quanto lui “aveva bisogno di queste immagini”, per legittimare quella che la fonte definisce “la più grande violazione dello Stato di diritto in un Paese membro dalla creazione dell’Unione europea”. La sola colpa di Madrid, a suo dire, sarebbe stata quella di “cadere nella trappola” ma “cosa avremmo dovuto fare? Dovevamo fermare questa illegalità e anzi, l’uso della forza è stato moderato se si pensa che c’erano migliaia di persone nelle strade a difendere un’azione contro la costituzione e solo due sono finite all’ospedale in seguito all’intervento della polizia”.
La violenza, secondo il governo di Madrid, sarebbe invece contro chi si oppone all’indipendenza, con cittadini fedeli a Madrid “perseguitati e minacciati”. “Un’amica, un personaggio pubblico di cui non posso rivelare l’identità, per essersi esposta pubblicamente contro il referendum si è trovata una manifestazione di indipendentisti sotto casa e il negozio della sua famiglia è stato vandalizzato con scritte. Non posso mostrare le immagini perché lei ha paura che la sua famiglia poi sia costretta a lasciare il suo Paese”, ha spiegato la fonte, in un racconto davanti alla stampa europea che ha assunto dei contorni a dir poco surreali.