Bruxelles – Molte sono le opportunità che derivano dall’utilizzo dei droni. Molti, però, sono anche i rischi per la sicurezza. Soltanto nel 2016, sono avvenuti più di 1.200 incidenti, includendo anche quelli, numerosi, avvenuti tra droni e aerei. E se, per l’Ue, stare al passo con le innovazioni e lo sviluppo tecnologico è un fattore importante, la sicurezza è comunque al primo posto. Su questo sta insistendo molto la Commissione europea.
L’esecutivo comunitario sta facendo pressione sul Parlamento europeo e sul Consiglio affinché trovino al più presto un accordo sulla proposta avanzata nel 2015. L’obiettivo è stabilire un quadro comune di regole sui droni. “Vogliamo che l’Europa sia un leader mondiale”, ha affermato la commissaria europea per i Trasporti, Violeta Bulc, dicendosi convinta che “un quadro regolamentare comune, moderno e flessibile, permetterà la crescita di nuovi campioni europei nel settore”.
In attesa dell’adozione della proposta da parte degli eurodeputati e degli Stati membri, la Commissione ha stanziato nuovi fondi per lo sviluppo di sistemi e tecnologie di sicurezza. Oggi, l’impresa comune Sesar (Single European Sky Air Traffic Management Research), un partenariato pubblico-privato impegnato nella modernizzazione del controllo del traffico aereo in Europa, ha messo a disposizione finanziamenti che ammontano a mezzo milione di euro. Un budget destinato a supportare la prova dei servizi di geofencing che permettono di prevenire automaticamente il volo dei droni in zone soggette a restrizioni come, ad esempio, le aree limitrofe agli aeroporti.
Assicurarsi che i droni possano essere integrati nello spazio aereo insieme ad altri velivoli, in modo sicuro, è fondamentale. Motivo per cui, già nel novembre del 2016, la Commissione ha proposto la creazione di un sistema automatico denominato “U-space” per la gestione del traffico dei droni che operano a bassa quota. Un sistema di cui, il geofencing, una sorta di recinto virtuale, costituisce la componente chiave. La decisone presa oggi dall’impresa comune Sesar, interesserà un progetto destinato ai droni che volano al di sotto dei 500 piedi (attorno ai 152 metri) e che prevede la fornitura di informazioni sulle no fly zones a tutti gli utilizzatori, oltre che avvisi in tempo reale se i loro dispositivi dovessero entrare in una di queste.
“La sicurezza è sempre al primo posto”, ha dichiarato Bulc, “e se non ci muoviamo abbastanza velocemente, gli incidenti che avvengono tra droni e aeroplani potrebbero, un giorno, avere conseguenze disastrose”