Bruxelles – I negoziati Brexit non stanno andando avanti come dovrebbero. Ne è convinta la Conferenza dei presidenti del Parlamento che in un documento afferma che non sono stati fatti progressi sufficienti sulle priorità dell’Ue: diritti dei cittadini europei nel Regno Unito, impegni finanziari e questione nord irlandese.
Il progetto di risoluzione, che verrà discusso martedì in plenaria a Strasburgo insieme al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e al capo negoziatore Brexit Michel Barnier, rappresenta il contributo del Parlamento al vertice Ue che si terrà il 20 Ottobre a Bruxelles.
A preoccupare il presidente del Parlamento Antonio Tajani, è soprattutto la questione dei diritti. “L’accordo di uscita deve garantire tutti i diritti di cui godono attualmente i cittadini. Altre garanzie supplementari sul rispetto del diritto europeo fino al ritiro del Regno Unito sono fondamentali per assicurare una rapida conclusione della prima fase dei negoziati”, ha detto Tajani.
Il presidente del gruppo dei socialisti Gianni Pittella e il negoziatore Roberto Gualtieri, criticano i mancati progressi nelle trattative sulla liquidazione finanziaria. “Questa deve essere parte dell’accordo sul divorzio e non essere legata alle relazioni future con il Regno Unito. Su questo, vogliamo essere diretti: non si può ‘comprare’ l’accesso al mercato unico attraverso concessioni sulla liquidazione finanziaria”, scrivono Pittella e Gualtieri in un comunicato. I socialisti criticano anche la mancanza di “proposte concrete” da parte del Regno Unito su come “combinare la promessa di non mettere infrastrutture fisiche al confine essendo al tempo stesso fuori dal mercato unico e dall’unione doganale”.
Critiche a Theresa May arrivano anche dal coordinatore del Parlamento europeo per la Brexit, Guy Verhofstadt. “Nel suo discorso a Firenze il 27 settembre, la premier ha aperto uno spiraglio per avanzare, ad esempio sul ruolo della Corte di giustizia europea. Ma vorremmo che il governo britannico fosse più chiaro. Stiamo ancora aspettando risposte concrete su questioni vitali”.
Il Parlamento non ha un ruolo diretto nei negoziati ma una volta che questi saranno finiti, spetta però ai deputati approvare l’accordo finale.