Bruxelles – La Finlandia fa sul serio. Vuole l’Agenzia europea per il farmaco (Ema) per affiancarla all’Agenzia europea delle sostanza chimiche (Echa) e costituire ad Helsinki un polo di eccellenza unico. La repubblica scandinava non si nasconde, e anzi a Bruxelles illustra le ragioni della propria candidatura per offrire la nuova sede all’Ema a cui punta fortemente anche l’Italia che vuole portarla a Milano. Ma c’è chi contesta che l’Echa, a Helsinki dal 2007, sia la quinta agenzia Ue più grande, e che quindi non sarebbe giusto portare nella capitale finlandese anche l’Ema. Per il sindaco di Helsinki, Jan Vapaavuori, “dovremmo rispondere a una domanda: quale città contribuirebbe di più all’agenda europea?”. La risposta la offre Pirkko Mattila, ministro per la Salute del governo finlandese: Helsinki che “è la scelta più sicura, è la scelta che garantisce la sicurezza dei farmaci dopo il trasferimento di Ema”. Portandola nella sua città e affiancandola all’Echa si può assicurare “il potenziamento della competitività regolatoria globale dell’Ue”, nonché la creazione di “un centro di eccellenza per la protezione della salute”.
La Finlandia svela in un breve filmato della durata di un paio di minuti le dieci ragioni per cui eleggere Helsinki nuova casa dell’Ema. Una città situata in mezzo alla natura, con mare e parchi; “tutto funziona”; c’è fiducia, e la corruzione praticamente non esiste; una città pedonale; una città ciclabile; una città con una rete di trasporto pubblico diffusa e funzionante giorno e notte; una città facilmente accessibile; una città che d’estate offre il meglio di sé; un città con un sistema assistenziale unico; una città con una ottima qualità della vita. Uno spot di un ufficio turistico, quello messo a punto per Helsinki, e non sorprende si vuole e si deve promuovere la città dove funzionari e parenti dell’Ema potrebbero trasferirsi. I finlandesi sono sicuri che da questo punto di vista hanno le carte in regola, che si aggiungono alla natura “strategica” di un eventuale polo formato Ema-Echa.
C’è però un punto debole, per ora. Non ci sono voli low-cost da e per Bruxelles. Non proprio un dettaglio, soprattutto per l’importanza della tratta: Bruxelles è la capitale dell’Ue, e per un’agenzia Ue non avere voli economici con la capitale potrebbe essere un problema. Il sindaco non si scompone. “Ci sono 60 compagnie aeree che servono Helsinki, per un totale di 180 voli internazionali al giorno”. Ammette che effettivamente la questione dei voli ‘cheap’ esiste, ma confida che il mercato farà la sua parta. “Con una città in espansione e con una domanda in aumento, l’offerta sono certo arriverà”. A proposito di offerta: gli impiegati di Ema possono stare tranquilli, poiché aumenteranno le proposte didattiche per i propri figli. “Abbiamo già scuole che offrono percorsi di studi in cinque lingue, più una scuola europea. Ma stiamo investendo sull’istruzione ed entro quattro anni raddoppierà il numero di istituti capaci di offrire corsi in inglese”.
Quanto alla sede, la Finlandia ci lavora. L’edificio pensato per ospitare l’Ema è in fase di costruzione e parzialmente completato, pronto – così assicurano i finlandesi – per quando l’agenzia Ue dovrà avere una nuova vita, il 29 marzo 2019, giorno in cui il Regno Unito sarà fuori dall’Ue. Il palazzo Fredriksberg sarà completato nella sua prima parte (7.500 m2) a maggio 2018, e il resto dell’edificio (19.500 m2) sarà terminato nel primo trimestre del 2019. Nel frattempo la Finlandia permetterà trasferimenti parziali, veri e propri “scivoli” che consentono di lavorare in modo continuo a Londra e Helsinki contemporaneamente. Il calendario c’è: tra luglio e settembre 2018 si conta di realizzare i primi spostamenti di uffici e famiglie, tra dicembre 2018 e gennaio 2019 la seconda “ondata”, come la definisce il crono-programma finlandese, e tra gennaio 2019 e marzo 2019 la terza ondata, per avere l’Ema pienamente funzionante dall’1 aprile 2019, a 20 minuti di distanza dall’aeroporto internazionale di Vaanta. Ci sono candidature “molto buone”, questo si riconosce. Ma ciò non vuol dire essere sconfitti in partenza, e Helsinki gioca la sua partita.