Roma – Quello raggiunto dai governi italiano e francese sulla vicenda Fincantieri-Stx è un “accordo molto positivo, un ottimo accordo” per il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Lo dice in conferenza stampa con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, al termine dell’incontro intergovernativo tra i due Paesi. Un’occasione per rilanciare il comune impegno europeista con un documento congiunto.
L’intesa – che consegna a Fincantieri il 50% del capitale, ma anche il controllo grazie a un ulteriore 1%, concesso in prestito per 12 anni a fronte di alcune garanzie sul mantenimento dell’occupazione e delle tecnologie in Francia – è un successo anche per l’inquilino dell’Eliseo, che parla di una situazione “win-win”, nella quale “vinceremo tutti se gli accordi verranno rispettati”.
La collaborazione punta a “creare un grande player mondiale dell’industria navale civile e militare”, spiega Gentiloni. Si tratta solo di un passo nell’ottica di una più ampia strategia che riguarda anche la cooperazione strutturata permanente avviata in ambito Ue sulla difesa. Lo indica Macron, quando sottolinea come il gruppo di lavoro avviato dai due paesi sulla cantieristica navale faccia parte di una “strategia industriale militare più ampia”, e quando rimarca che Italia e Francia seguono l’approccio di “far avanzare già a livello bilaterale quello che vogliamo realizzare a livello europeo”.
Gentiloni ha garantito pieno sostegno all’iniziativa europea presentata ieri da Macron. “È assolutamente da condividere”, dice, perché “è ora il momento dell’ambizione”, con “l’Eurozona che è tornata a crescere ma deve ancora trasformare numeri in risultati per cittadini”, e con l’Ue che “ha reagito tutto sommato bene alla Brexit” e può guadagnarsi un ruolo maggiore a livello internazionale, grazie a “dei vuoti geopolitici” lasciati dagli Usa.
“Adesso abbiamo delle occasioni, non tra due o tre anni”, ammonisce ancora il premier. E le proposte del “ministro delle Finanze europeo, della riformulazione del Meccanismo europeo di stabilità, del bilancio comune, non sono solo delle impalcature”, spiega. “Non abbiamo bisogno di controllori che facciano a meno della sovranità nazionale”, dice, ma “di un’architettura europea che rafforzi la spinta all’unità, alla crescita, allo sviluppo, agli investimenti, al lavoro”.
Entrambi gli interlocutori ribadiscono l’importanza di una politica comune europea su asilo e immigrazione. “Non è possibile che una delle più grandi preoccupazioni per i nostri concittadini non sia una delle più grandi politiche per la nostra Unione europea”, tuona Gentiloni, che con il padrone di casa rilancia l’azione esterna dell’Ue per ridurre le partenze dall’Africa.
Procedure più veloci per l’asilo, cooperazione con i paesi africani per il controllo delle frontiere, rimpatri e programmi di sviluppo nei paesi di origine dei flussi migratori sono gli elementi arcinoti della strategia. Perché funzioni, però, è necessario anche stabilizzare la Libia. Gentiloni e Macron concordano che deve essere l’Onu ad assumere un ruolo guida nel processo di pace, e garantiscono pieno sostegno alla road map dell’inviato speciale delle Nazioni unite.
Nel processo di transizione, però, c’è il rischio che organizzazioni terroristiche si insedino in Libia, sostiene Macron. Per questo, promette, “saremo vigili con una presenza di polizia e militare”, ovviamente concordata con i partner locali e regionali. Come questa “presenza” sarà composta, se avrà un ruolo l’Ue e chi la dirigerà è ancora presto per dirlo, ma c’è da scommettere che tanto l’Italia quanto la Francia vorranno avere un ruolo di primo piano.