Bruxelles – Per l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, l’Italia deve vedersela con la candidatura di Vienna-Bratislava e una capitale nordica tra Amsterdam, Copenhagen e Stoccolma. Sono queste le principali vere concorrenti nella corsa per ospitare l’Ema una volta che il Regno Unito sarà uscito dall’Ue. Parola di Vincenzo Salvatore, avvocato di BonelliErede, e per otto anni a capo del servizio giuridico dell’Ema a Londra. “Anche io sono convinto che Milano sia in pole-position” per ospitare l’organismo Ue, premette intervenendo alla conferenza “Milano, la migliore nuova casa per l’Agenzia europea del farmaco”. Però la concorrenza c’è, eccome. Ci sono altre città in pole-position, e l’Italia per promuovere la sua candidatura qui a Bruxelles i muove al massimo livello, ospitando da due giorni una delegazione di politici e imprenditori introdotta dall’ambasciatrice italiana Elena Basile.
“Vienna e poi, soprattutto nel primo momento che seguirà all’analisi della Commissione, mi aspetto una polarizzazione di consensi attorno a una città nordica”, dice Salvatore parlando con Eunews. Le candidate nordiche non sono molte: Amsterdam, Copenhagen e Stoccolma. Per la destinazione olandese, però, potrebbe incidere il ‘nodo’ Schiphol. L’aeroporto della capitale olandese “ha problemi di capacità”, non sarebbe in grado di rispondere quindi all’aumento di traffico aereo. Ciò ridurrebbe ulteriormente la concorrenza. Si vedrà. Una cosa è certa: “Se Milano vince questa gara non sarà un vittoria dell’Italia ma una vittoria per la sanità” di tutta Europa, sostiene Vincenzo Salvatore.
Secondo l’ex funzionario Ema Milano più di tante altre città può attrarre l’agenzia in fase di trasloco. Come spiega, da un punto di vista pratico offre tutte le garanzie di cui i dipendenti Ema hanno bisogno. Scuole, attrazioni turistico-culturali, condizioni di vita. Può sembrare un fattore irrilevante, ma non lo è. “Non tutti i dipendenti di Ema hanno un lavoro a tempo indeterminato. Solitamente si fanno contratti di cinque anni, rinnovabili per altri cinque, e poi si entra a tempo indeterminato”. Però, rileva Salvatore, nella pratica “sono pochi quelli che lo fanno”. Quindi spesso i dipendenti lasciano il resto della famiglia lontano da Londra, attuale sede Ema, e fanno avanti-indietro. Da questo punto di vista Milano consente di essere pendolari. “Ci sono tante città d’arte, belle, attorno a Milano a distanza di poco tempo, dove c’è tutto e la vita costa meno che a Milano”. Como, Pavia, o anche Varese, che oltretutto ospita la Scuola Europea, “una garanzia per i figli dei dipendenti che si trasferiscono con la famiglia”. La scuola è un fattore chiave. “Deve poter garantire continuità con il ciclo di studi”, e Milano ha dalla sua una grande rete d’istruzione. Si contano 900 tra istituti pubblici e privati, 14 scuole internazionali, 18 atenei
Milano permetterebbe inoltre all’Ema di essere sempre connessa al resto d’Europa. I soli aeroporti di Malpensa e Linate “permettono il collegamento a tute le capitali e le principali città dell’Ue”, ricorda Pietro Modiano, presidente di Sea, il gruppo che gestisce gli aeroporti milanesi. A questi due si aggiunge poi Bergamo ‘Orio al serio’, lo scalo low-cost “importante per le famiglie”. Dal punto di vista aereo c’è l’offerta completa in termini di destinazioni e offerte. C’è poi l’alta velocità che permette di spostarsi lungo l’Italia (l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco è a Roma) e in Europa, nonché il tessuto stradale.
L’ambasciatrice Basile aprendo la conferenza sottolinea “i numeri importanti per Milano”, che ne sostengono le ragioni della candidatura e che lei, con caparbietà e pazienza elenca e diffonde da mesi, in ogni occasione pubblica. Poi, in termini puramente ‘di settore’ tutti, dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, alla vicepresidente di Confindustria, Licia Mattioli, passando per il vicepresidente di Assolombarda, Alessandro Spadasciorinano le impressionanti cifre. Trentadue centri di ricerca, quattro università specializzate per complessiva 56 facoltà di medicina, per un’industria farmaceutica cresciuta in Italia del 50%, arrivando a generare un fatturato di 30 miliardi di euro e impiegando 64mila addetti. Siamo all’avanguardia nei vaccini”, rileva Mattioli. “Esportiamo i nostri prodotti in oltre 100 Paese”, ricorda invece Scaccabozzi, convinto anche lui, come l’ex funzionario Ema, che Milano “è tra i primi tre posti” tra le città in gioco per ospitare l’Agenzia europea. Ce la giochiamo dunque con Vienna e una nordica. Sempre che non prevalga il carattere geografico: a quel punto potrebbe rientrare in gioco anche Bratislava, città dell’est che non ospita sul proprio territorio alcun organismo Ue.
Milano comunque è pronta. Lo dice anche il cuoco tri-stellato Carlo Cracco, testimonial d’eccezione a Bruxelles a sostenere la città nella sua corsa per il ricollocamento di Ema. “Il sono abituato a servire. Ecco, siamo pronti a ospitare e servire l’agenzia Ema”. Ema, al vostro servizio: ecco lo spot per la candidatura italiana by Carlo Cracco.