Roma – “Il rapporto tra Bce e Unione europea è da migliorare”, parola del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Intervenendo a una conferenza organizzata a Milano da Bloomberg sul sistema creditizio europeo, il titolare di Via XX Settembre torna sulle vicende dei salvataggi degli istituti italiani, da Banca Etruria alle venete, passando per Monte dei Paschi, per denunciare i ritardi con cui le soluzioni sono arrivate. A suo avviso, la causa è stata la necessità di “chiarire il quadro legale” in cui ci si poteva muovere. Un’esigenza che ha portato via del tempo nel confronto tra Bce e Ue.
Secondo il ministro, le regole contengono “abbastanza flessibilità per salvare depositi e posti di lavoro” nei processi di risoluzione delle crisi bancarie. Tuttavia, l’esperienza italiana – con l’inaugurazione del ricorso al bail-in per il salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche e le Casse di risparmio di Chieti e Ferrara – “ha rivelato che la direttiva Brrd (quella sulle risoluzioni per il settore creditizio, ndr) necessita di una migliore integrazione” nel quadro normativo dell’Ue.
Dopo la bufera, Padoan rileva comunque dei miglioramenti nel sistema italiano del credito. In particolare, registra livelli di crediti deteriorati, i famigerati Npl che minano i bilanci delle banche, scesi quasi alla soglia pre-crisi. La quantità è ancora “grande, ma gestibile”, indica il titolare dell’Economia. La sua previsione è che, dopo gli 8 miliardi di titoli cattivi di cui le banche si sono liberate, vendendoli, lo scorso anno, “più di 60 miliardi di Npl saranno venuti tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 dalle maggiori banche italiane”.