Bruxelles – Save the children e l’istituto italiano di cultura in Belgio hanno presentato a Bruxelles l’Atlante dei minori stranieri non accompagnati in Italia. L’organizzazione internazionale pubblica ogni anno un volume sull’infanzia a rischio per indagare la situazione dei bambini e degli adolescenti nel mondo ma quello sulla condizione dei minori in Italia è il primo nel suo genere.
“Questo progetto è nato per fare luce su un’emergenza nell’emergenza: quella dei migranti minorenni, o presunti tali, che arrivano nel nostro Paese soli, o perché hanno perso i familiari nel viaggio oppure perché sono partiti senza nessuno al loro fianco”, ha detto Raffaela Milano, direttrice del programma Italia-Europa di Save the children. Milano ha riportato che nei primi otto mesi del 2017, sono arrivati in Italia circa 14.000 ragazzi, 13.000 dei quali soli. “Il trend è in aumento e la situazione è preoccupante: si tratta di ragazzi vulnerabili di cui spesso perdiamo le tracce perché finiscono nelle mani dei trafficanti”, ha spiegato Milano. Altre volte sono i minori stessi a rendersi irreperibili. L’identificazione li costringe a rimanere in Italia. Molti di loro, invece, vogliono raggiungere parenti e amici nel Nord europa. “Potrebbero farlo se ricollocati ma di tutti i minori in Italia, solo 20 hanno usufruito di questo meccanismo”, ha spiegato Milano. “L’unica cosa che mi solleva è sapere che almeno, in Italia, c’è una normativa che tutela questi ragazzi”.
La legge cui Milano fa riferimento è la 47/2017 sui minori stranieri non accompagnati in Italia (Msna), presentata dalla vicepresidente della Commissione Infanzia e Adolescenza della Camera dei Deputati, Sandra Zampa ed entrata in vigore lo scorso 6 maggio. “Non è un modello ma una strada che l’Europa dovrebbe seguire per cominciare a prendere sul serio la Convenzione Onu sull’infanzia”, ha dichiarato Zampa durante la presentazione dell’Atlante. “Il trattato basterebbe da solo a proteggere questi ragazzi ma nessuno, pur avendolo firmato, e lo hanno firmato in molti, lo rispetta e così i minori continuano ad essere respinti alla frontiera”.
Il divieto di rimpatriare il minore, o presunto tale, è una delle novità più importanti introdotte dalla legge italiana. “Questi ragazzi arrivano soli, hanno traumi psicologici a volte irreversibili, debiti di viaggio altissimi, un’estrema ansia di restituire il denaro… non possiamo dire loro: tornatene a casa”, ha detto Milano congratulandosi con Zampa. “Dobbiamo recuperare la loro fiducia e lavorare contro il tempo. Quando si tratta di minori, ogni giorno è prezioso”.
D’accordo il sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega per gli affari europei Sandro Gozi, presente all’incontro. “I nostri avversari politici ci accusano di buonismo ma noi portiamo avanti questo progetto perché ci conviene”, ha detto Gozi. “Questi minori potrebbero rimanere nel nostro territorio, far parte delle nostre comunità. Dobbiamo evitare che si leghino alla criminalità organizzata e ad ideologie pericolose”.
Per evitare che ciò accada, la legge italiana ha istituito la figura del tutore e ha introdotto l’affido familiare temporaneo sul modello olandese. Sei mesi dopo l’entrata in vigore della legge, quest’ultima realtà “stenta a decollare”, ha spiegato Zampa. “Per quanto riguarda la figura del tutore, invece, sono rimasta sorpresa e piacevolmente colpita dalle richieste che ci sono arrivate e che sono molte più di quelle che speravamo di ottenere”.
Soddisfatta l’ambasciatrice italiana a Bruxelles, Elena Basile. “Abbiamo appena visto cosa è successo con le elezioni tedesche. Non possiamo pensare all’immigrazione come ad un problema. Adesso più che mai, è importante dare un contributo all’Europa”, ha detto Basile.