Bruxelles – Nuova stretta dell’Ue su qualità dei prodotti alimentari e concorrenza sleale da parte dei produttori. La volontà di garantire una migliore tutela dei consumatori era stata resa chiara dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione. “Non accetterò che in alcune parti dell’Europa vengano venduti alla gente prodotti alimentari di qualità inferiore rispetto a quella di altri paesi, nonostante la confezione e il marchio siano identici”, aveva affermato Juncker, ribadendo la necessità di “attribuire alle autorità nazionali poteri più forti per eliminare le pratiche illegali laddove sussistano”.
La fermezza della Commissione su questa questione è stata ribadita in termini chiari dalla commissaria europea per i Consumatori, Věra Jourová, secondo cui il modo migliore che gli Stati membri hanno per porre fine alle pratiche scorrette è “collaborare a livello dell’Ue”. “Presentare due prodotti diversi nella confezione della stessa marca è ingannevole e sleale nei confronti dei consumatori – ha affermato la Jourová, dicendosi “determinata a porre fine a questa pratica vietata alla normativa dell’Ue”. Ciò che vuole garantire la commissaria è che “tutti i consumatori siano trattati in modo equo, oltre che correttamente informati sulla qualità dei prodotti che acquistano”.
Tra marzo e luglio di quest’anno un gruppo di Paesi membri dell’Ue (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania) avevano denunciato alla Commissione Ue l’esistenza del cosiddetto “doppio standard qualitativo alimentare”, per cui alcuni prodotti alimentari venduti sui loro mercati, avevano colore, sapore e consistenza diversi rispetto agli stessi prodotti commercializzati sotto gli stessi marchi, ma venduti in altri Paesi europei.
Per aiutare gli Stati membri a contrastare meglio le pratiche sleali, l’esecutivo europeo ha pubblicato, oggi, una serie di linee guida che saranno di supporto alle autorità nazionali per stabilire se un’impresa gioca scorrettamente sul mercato, vendendo prodotti alimentari con differenze di qualità in paesi diversi.
I regolamenti Ue, di cui le autorità nazionali devono tener conto nell’analizzare la possibile differenza di qualità dei prodotti messi sul mercato da un’impresa prevedono, ad esempio, l’obbligo di riportare sulle etichette alimentari l’elenco di tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto e il divieto di vendere prodotti identici e della stessa marca con modalità che potrebbero ingannare il consumatore.
Nel caso una violazione si verifichi a livello transfrontaliero, inoltre, le autorità di tutela dei consumatori hanno la possibilità di affrontarla a livello europeo mediante la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori.
La Commissione, decisa nel porre un punto risolutivo alla questione, sta anche lavorando ad una metodologia finalizzata a migliorare le prove comparative sui prodotti alimentari, con uno stanziamento di 1 milione di euro messo a disposizione del centro comune di ricerca europeo.