Bruxelles – Il presidente della Repubblica polacco Andrzej Duda ha presentato una serie di proposte per modificare la controversa riforma giudiziaria del governo. La più importante riguarda la possibilità per il presidente di nominare i membri del Consiglio nazionale della Magistratura (Krs) e di prolungarne il mandato dopo il raggiungimento dell’età pensionabile.
Secondo quanto si legge nell’istanza, questi dovrebbero prima essere selezionati dai cittadini e dalle associazioni di giudici e poi nominati dalla camera bassa con una maggioranza di tre quinti (e non più semplice) entro due mesi. Scaduto questo limite di tempo, la Sejm perderebbe i suoi poteri e spetterebbe al presidente scegliere i giudici “tra i candidati presentati dal parlamento”. Se gli emendamenti di Duda venissero approvati, il presidente potrebbe anche decidere di prolungare il mandato dei giudici una volta raggiunti i 65 anni, ovvero l’età pensionabile. “Credo che questa riforma abbia una grande importanza sociale e verrà approvata”, ha detto Duda ricordando che il presidente non può nominare i giudici al momento e, affinché ciò sia possibile, bisogna cambiare la Costituzione. Le prime consultazioni a riguardo sono già iniziate ma sia il governo sia l’opposizione si sono dimostrati molto critici.
“Le corti sono lente, inefficienti e plasmate secondo una mentalità comunista. Dobbiamo riformarle, ma riformarle bene”, hanno commentato alcuni politici del partito Legge e giustizia, attualmente maggioritario in Parlamento.
“L’intera riforma è su questo: chi prende chi e chi acquisisce più controllo sulla magistratura”, ha detto il liberale Katarzyna Lubnauer, che ora siede all’opposizione.
Non è la prima volta che Duda interviene nella riforma giudiziaria. A luglio il presidente ha messo il veto, a sorpresa, su due delle tre leggi presentate dal partito Legge e Giustizia al governo, di cui è alleato. Le norme, ostacolate dai cittadini e dall’Unione europea, avrebbero sostituito tutti i giudici della Corte Suprema per limiti di età e dato agli ufficiali il potere di nominare e licenziare di nuovi portando di fatto la magistratura sotto il controllo della politica. La proposta di Duda non esclude il pericolo di una politicizzazione delle corti ma è vista più di buon occhio dagli analisti rispetto alle precedenti. Il motivo: il Presidente avrebbe più poteri ma la nomina dei giudici resterebbe comunque, almeno in parte, in mano al Parlamento.
Varsavia ha ancora qualche settimana di tempo per rispondere al parere motivato di Bruxelles, secondo passo della procedura d’infrazione aperta lo scorso luglio contro la Polonia proprio a causa della riforma “potenzialmente autoritaria e discriminatoria” del sistema giudiziario.