Bruxelles – La ripresa dell’Europa passa per il settore ittico. Ne è convinta Oceana, secondo cui un ritorno ad una pesca sostenibile potrebbe potrebbe valere, da qui a 10 anni, 92mila posti di lavoro e un aumento pari a 4,9miliardi di euro l’anno per il Pil comunitario. Sono questi i principali elementi contenuti nello studio che l’associazione per la conservazione dei mari e degli oceaniha presentato a Bruxelles.
Il problema principale del settore della pesca è uno sfruttamento eccessivo delle risorse. L’ambiente marino è sotto stress e, se continua così, potrebbe entrare in crisi. Ripristinare gli stock di risorse pescabili e riportarli a livelli sostenibili, secondo Oceana, permetterebbe di aumentare il valore del pesce portato a terra di circa 2,4 miliardi di euro l’anno (+56%, rispetto ai valori attuali), per un aumento di 965 milioni di euro l’anno del profitto netto nei settori pesca e lavorazione.
Attualmente, rileva lo studio, il 42% degli stock ittici dell’oceano Atlantico nord-orientale sono sovrasfruttate, e nel Mediterraneo la pesca eccessiva colpisce il 90% delle risorse marine. Complessivamente il 64% degli interi stock di pesci e frutti di mare europei sono sovrasfruttate. Un fenomeno che “non ha soltanto minacciato l’equilibrio degli ecosistemi marini, ma portato anche a perdite di lavoro e di ricavi”. L’equazione di Oceana è la seguente: più pesce uguale più cibo, ma più pesce uguale anche e soprattutto più lavoro. Un vero toccasana per un’Europa ancora alle prese con la morsa della disoccupazione.
Occorrerà tempo, però. Dieci anni, per l’esattezza. Un progetto di di lungo periodo che però, alla fine darà i suoi frutti. Pescando meno dei tetti stabiliti, in prospettiva si prevede la creazione di 23.500 posti di lavoro diretti nel settore della pesca, 10.300 posti di lavoro diretti nel settore della lavorazione, e 58.200 posti di lavoro indiretti (indotto) tra distribuzione, ristorazione e servizi. Un vantaggio soprattutto per Francia, Italia e Regno Unito. Secondo Oceana questa ‘rivoluzione blu’ può valere aumenti di Pil, rispettivamente, per 470 milioni di euro, 383 milioni e 367 milioni.
C’è di più. La pesca sostenibile contribuirà anche ad aumentare la ricchezza degli addetti del settore e quella dei governi. S prevede infatti un aumento nelle retribuzioni (+17% nei salari) e nelle entrate fiscali (+111%). Oceana non ha dubbi: la pesca sostenibile “ha un impatto deciso e positivo sugli sviluppo socio-economici” dell’Ue. “La sostenibilità fa bene all’economia”, sottolinea Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana, che chiede all’Ue un ripensamento delle politiche di pesca basate su tre elementi: gestione delle attività di prelievo sulla base di studi scientifici, protezione degli habitat marittimi “essenziali” e stop a pesca illegale e distruttiva.