Bruxelles – Compiacimento per la quarta vittoria ottenuta dalla cancelliera Angela Merkel per la vittoria dei liberali, delusione per il risultato dei socialisti e preoccupazione per l’ascesa delle forze di estrema destra e per una coalizione di governo che si annuncia tutto meno che facile da raggiungere. Queste le sensazioni principali che sembrano circolare in Europa e a Bruxelles in seguito alle elezioni tedesche di ieri.
“In vista delle importanti sfide globali, l’Unione Europea ha bisogno di un governo tedesco forte e capace di dare forma, in modo attivo, al futuro del continente”, si è detto convinto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che, questa mattina, ha telefonato alla cancelliera Merkel e ha inviato una lettera in cui si è congratulato per la storica vittoria, la quarta consecutiva.
“Siamo preoccupati per la crescita dei partiti estremisti”, ha invece commentato la commissaria europea per l’Occupazione Marianne Thyssen, secondo la quale una buona risposta a questi risultati sarebbe “la costruzione di un’Europa sociale”. “Dobbiamo rendere l’Europa sociale una realtà per evitare che i partiti estremisti sfruttino i problemi che ci sono nella società, rischiando di far aumentare le divisioni all’interno di questa”, ha affermato Thyssen, ribadendo la necessità di “lavorare per riconquistare la fiducia dei cittadini”.
Secondo Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, il voto conferma che “Merkel è un fattore di stabilità in Germania ed è probabile – ha spiegato Tajani in un’intervista al Messaggero – che nel Paese si metta mano ad una grande coalizione con i liberali e i verdi”. Una coalizione “differente dalla precedente – ha specificato Tajani – ma comunque molto europeista”, ha assicurato. Circa il 75 per cento degli elettori, secondo gli analisti, ha votato per partiti pro europei.
Il presidente dell’europarlamento, non concorda però con la linea espressa da Juncker: “Il voto dimostra che la Germania ha bisogno dell’Europa e non è più il tempo dell’Europa che ha bisogno della Germania”, ha commentato Tajani. Il voto, dunque, “offre all’Italia la possibilità di essere protagonista” e oltre a ciò, le percentuali registrate dai populisti devono spingere tutti a risolvere i problemi comuni che abbiamo e che sono principalmente tre: immigrazione, terrorismo e crescita”.
Per il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi, oggi a Bruxelles, quello tedesco “è un voto non positivo: quando c’è un partito di estrema destra che prende il 13% non può essere una buona notizia per l’Europa. C’è però un 87% di forze parlamentari nel Bundestag europeiste, sia pur con le diverse idee”. Per Gozi “la coalizione giamaicana di cui si parla, e che dovremo vedere se effettivamente poi si realizzerà, è un fatta da forze democratiche, europeiste, e abbiamo molti punti in comune sull’Europa con i Verdi, e da questo punto di vista arriva un messaggio positivo da Berlino”.
Gozi sottolinea che “è evidente che siamo convinti che si possa aprire una nuova fase politica. Aspettiamo adesso il discorso che Macron pronuncerà domani. Noi siamo pronti a lavorare con il nuovo governo tedesco”.
Il presidente francese Emmanuel Macron si è congratulato con la cancelliera Angela Merkel per la sua rielezione alla guida della Germania, ottenuta con il voto di ieri. “Continueremo la nostra essenziale cooperazione per l’Europa e per i nostri paesi”, ha commentato Macron, insistendo sul suo desiderio di un motore franco-tedesco per spingere in avanti l’integrazione dell’Unione europea.
Felicitazioni per “una Germania più forte e un’Europa migliore” sono arrivate, su Twitter, dal premier spagnolo Mariano Rajoy, mentre il primo ministro svedese e quello olandese hanno espresso la volontà di “mantenere una stretta cooperazione” con la cancelliera.
A gioire per il buon risultato ottenuto dai liberali dell’ Fdp (Partito democratico libero), è stato il premier lussemburghese, Xavier Bettel, che considera “la crescente solidità dei valori liberali un punto positivo per l’Europa”. Dello stesso parere è il leader dell’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde), Guy Verhofstadt, che ha voluto celebrare “il ritorno dell’Fdp: un successo registrato alle spese dei due maggiori partiti tedeschi (Cdu e Sdp, ndr)”. “Questo rappresenta un altro successo liberale in Europa, dopo la vittoria di forze europeiste in Olanda e in Francia”, ha commentato Verhofstadt, speranzoso sul fatto che la cancelliera Merkel “formerà un governo pro-europeo che spingerà per le riforme urgenti di cui l’Ue ha bisogno”.
Sul risultato deludente ottenuto dai Socialisti, si è espresso il leader dell’Alleanza dei socialisti e democratici europei, Gianni Pittella, che ha voluto ringraziare il candidato premier tedesco Martin Schulz “per la passione mostrata durante la campagna elettorale”, anche se “sfortunatamente ciò non è stato abbastanza”. “Questo è l’inizio di una fase di rinnovo per il partito social democratico tedesco”, ha affermato sostenendo la scelta di schierarsi all’opposizione è una scelta “non solo corretta, ma anche lungimirante”.
Preoccupato per l’entrata in Parlamento delle forze di destra dell’Afd (Alternative Für Deutschland), si è detto anche il tedesco Reinhard Bütikofer, co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo. “Questo è uno shock che ci chiama, insieme agli altri partiti democratici, a sostenere in maniera credibile i valori su cui è fondata la nostra Repubblica”, ha commentato, aggiungendo che la strada verso la formazione di una coalizione insieme al partito di Angela Merkel “sarà difficile e insidiosa”. “Come promesso prima delle elezioni noi siamo pronti a dialogare con gli altri partiti democratici. Ma non su tutto”, ha chiarito Bütikofer, aggiungendo che al termine delle trattative, spetterà ai membri del partito decidere tramite un referendum se il partito dovrà schierarsi con il governo oppure all’opposizione.
E sull’avanzata dei partiti di estrema destra in Europa ha voluto commentare anche la leader di Sinistra unitaria europea e Sinistra verde nordica, Gabi Zimmer, secondo la quale “lo stop a queste forze e il superamento della crisi che si credeva no definitivi dopo i risultati elettorali in Francia, è stato smentito dal voto tedesco”. Un voto che costituisce “l’ultimo campanello di allarme per una svolta sociale fortemente necessaria in Germania e in tutta l’Ue”.
Ad esultare, invece, per il successo raggiunto dall’Afd, è stato l’europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Nord Lorenzo Fontana. Il leghista ha parlato di “un grande risultato” in Germania dove “si sente, forte e diffusa, l’esigenza di un ideale identitario, unica salvezza per questa Europa che ha dimenticato se stessa”.
E ad andare contro corrente rispetto alle linee predominanti di Bruxelles, sono anche gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle che hanno invitato Angela Merkel a intraprendere “una seria riflessione sulle politiche fino ad ora adottate dal suo governo, sia in Germania, sia in Europa”, preoccupati che “il tipo di coalizione che si presta a formare” porterà a un “netto peggioramento in termini di austerità e rigore”.