Bruxelles- Il Parlamento Europeo chiede che vengano adottate soluzioni durature sui flussi migratori nel Mediterraneo Centrale. Una delegazione di sette eurodeputati della commissione per le Libertà civili si è recato in visita in Tunisia, dal 18 al 22 settembre, per raccogliere informazioni riguardo alla gestione delle politiche migratorie nelle rotte del Mediterraneo centrale e per trovare una soluzione politica a lungo termine che l’elevata instabilità in Libia richiede.
Nello specifico, il capo della delegazione parlamentare, Claude Moraes, ha affermato che “le priorità sono salvare quante più vite possibile e adottare soluzioni urgenti e durature per far fronte alle politiche migratorie in modo efficace ed umano”. Egli, inoltre, sostiene che “solo iniziative a lungo termine possono favorire più stabilità, mentre quelle a breve termine producono solo maggiore frammentazione”. A tal proposito, al fine di esaminare e implementare la cooperazione sulle questioni migratorie tra l’Unione Europea e la Tunisia – avviata già nello scorso ottobre sui visti di breve durata e sulla riammissione di migranti irregolari – la delegazione ha incontrato sia rappresentanti delle guardie costiere e di frontiera libica e italiana, sia organizzazioni internazionali. Con i primi, i parlamentari europei hanno discusso dell’istituzione di una zona di Ricerca e salvataggio (Sar) nelle acque libiche, del rispetto dei diritti umani nei centri di detenzione per migranti in Libia e del supporto delle organizzazioni internazionali alle operazioni di salvataggio. Con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, invece, la delegazione parlamentare europea ha affrontato il tema della protezione dei migranti più vulnerabili, attraverso la chiusura di centri di detenzione arbitraria controllati da gruppi armati e la loro sostituzione con centri di gestione sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Gli emissari del Parlamento europeo hanno anche sottolineato come la Tunisia, da terra di emigrazione, sia diventata un Paese di immigrazione come effetto collaterale dell’instabilità in Libia e, per questo motivo, la sua società civile deve attivarsi per definire un nuovo quadro giuridico sulla migrazione. Ciò dovrebbe avvenire al fine di favorire politiche migratorie maggiormente incentrate sul rispetto dei diritti umani ed incentivare l’adozione di una legge sull’asilo, di una legge contro il razzismo e a favore della soppressione di sanzioni contro i soggiorni irregolari.