Brexit – Bruxelles l’accoglienza al discorso di Theresa May a Firenze è positiva, se ne apprezza lo spirito “costruttivo”, ma si vogliono vedere tradotte in proposte negoziali concrete le sue parole. E i paletti al negoziato restano fermi.
A farsi portavoce della posizione dell’Ue, un’ora e mezza dopo la fine dell’intervento in Toscana, è il capo negoziatore Michel Barnier, con un lungo e dettagliato comunicato, che si apre riconoscendo che May ha espresso “uno spirito costruttivo che è anche lo spirito dell’Unione Europea durante questa negoziazione”. Secondo il francese “il discorso dimostra la volontà di andare avanti, visto che il tempo è essenziale. Dobbiamo raggiungere un accordo entro l’autunno 2018 sulle condizioni del ritiro ordinato del Regno Unito dall’Unione europea. Il Regno Unito – ricorda – diventerà un paese terzo il 30 marzo 2019”.
Barnier ricorda che “la nostra priorità è proteggere i diritti dei cittadini”. Per l’Ue è essenziale che i suoi cittadini residenti Regno Unito abbiano “gli stessi diritti dei cittadini britannici oggi nell’Unione europea. Questi diritti devono essere attuati efficacemente e salvaguardati allo stesso modo nel Regno Unito come nell’Unione europea, come ricordato dal Consiglio europeo e dal Parlamento europeo”. In questo senso le dichiarazioni di May “sono un passo avanti, ma ora devono essere tradotte in una precisa posizione negoziale del governo britannico”.
Per quanto riguarda l’Irlanda, secondo punto prioritario per l’Ue, Barnier evidenzia che “il discorso di oggi non chiarisce come il Regno Unito intenda rispettare la sua speciale responsabilità per le conseguenze del suo ritiro per l’Irlanda. Il nostro obiettivo è quello di preservare l’accordo del Venerdì Santo in tutte le sue dimensioni, nonché l’integrità del mercato unico e dell’unione doganale”.
Terzo punto prioritario e pregiudiziale per il prosieguo del negoziato è l’aspetto finanziario. Barnier sottolinea che “il Regno Unito riconosce che nessuno Stato membro dovrà pagare di più o ricevere meno a causa della Brexit. Siamo pronti a discutere le implicazioni concrete di questo impegno. Valuteremo, sulla base degli impegni assunti dai 28 Stati membri, se questa garanzia copre tutti gli impegni assunti dal Regno Unito come Stato membro dell’Unione europea”.
Rispondendo poi alla richiesta di un periodo transitorio di due anni di accesso al Mercato unico avanzata oggi da May, Barnier sottolinea che questa proposta arriva “per la prima volta”, insieme alla continuazione della collaborazione “esistente in materia di sicurezza”. L capo negoziatore sottolinea che questa proposta varrebbe “per un periodo limitato di due anni”, e che l’Ue, se verrà, potrà “prendere in considerazione questa richiesta”, come già scritto negli orientamenti negoziali del Consiglio Ue del 29 aprile 2017.
Barnier ripete che “prima si raggiunge un accordo sui principi del ritiro ordinato, e sulle condizioni di un possibile periodo di transizione richiesto dal Regno Unito, prima saremo pronti ad avviare una discussione costruttiva sul nostro futuro rapporto”.
Il fatto che il governo del Regno Unito riconosca che lasciare l’Unione europea significa che non può mantenere tutti i vantaggi dell’adesione magari con meno obblighi rispetto agli altri Stati membri “è benvenuto”, ammette il capo negoziatore dell’unione. “In ogni caso – aggiunge -, la relazione futura dovrà basarsi su un equilibrio dei diritti e degli obblighi. Dovrà rispettare l’integrità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e l’autonomia del suo processo decisionale”.
Comunque nulla cambia sulla tempistica “l’Ue continuerà a insistere su progressi sufficienti nei settori chiave”, dice Barnier, “prima di aprire discussioni sul futuro rapporto. L’accordo sui principi fondamentali in questi settori creerà la fiducia necessaria per costruire insieme una relazione futura”.
Lunedì partirà il quarto round negoziale e Barnier dice che “non vede l’ora” che la sua controparte, il ministro David Davis, “spieghi le implicazioni concrete del discorso del primo ministro May”. L’ambizione dell’Ue, conclude Barnier aprendo di nuovo sul discorso del periodo transitorio, “è di trovare un rapido accordo sulle condizioni del ritiro ordinato del Regno Unito, nonché su un possibile periodo di transizione”.