Bruxelles – Dopo la vittoria di Donald Trump “che non è un adepto del commercio libero internazionale e multilaterale, tutti vengono dalla Commissione perché vogliono fare accordi con l’Europa”, eppure “l’Europa non ama gli accordi commerciali”. Parlando alla Plenaria del Comitato economico e sociale (Cese) il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha detto di trovare “inverosimile” il fatto di “dover spiegare ogni volta” agli interlocutori mondiali “che noi vorremo” stringere nuovi accordi commerciali “ma non possiamo perché c’è una forte resistenza”.
“Non dico che me ne frego della resistenza, io ascolto chi fa analisi negative ma non le seguo, perché vorrei che l’Europa fosse un interlocutore economico per il resto del pianeta”, ha aggiunto Juncker tessendo le lodi di quegli accordi come il Ceta con il Canada, che entra in vigore proprio oggi.
“Noi non siamo però free traders ingenui”, ha assicurato il presidente affermando di sapere che “siamo in concorrenza con altre parti del mondo come Cina, India e altri”. E proprio riferendosi al colosso asiatico si è definito “insoddisfatto” del fatto che “quando noi investiamo in Cina siamo bloccati da misure restrittive come quelle che ci impediscono di detenere più del 49% di un’azienda locale”, mentre quando i cinesi investono in Europa “li applaudiamo e gli diciamo di fare quello che vogliono”.
Nel suo intervento Juncker ha ripercorso i passaggi del discorso sullo Stato dell’Unione tenuto a Strasburgo. Un discorso che ha sottolineato la necessità di un “rilancio importante della visione comunitaria”, chiedendo “più integrazione per tutta l’ue e che ha dato una visione di un’Europa unita a 27”, ha sottolineato Luca Jahier, presidente del gruppo di Attività miste del Cese. Jahier ha però fatto anche alcune “piccole osservazioni” critiche per l’assenza di “due parole che sono mancate”, nell’intervento a Strasburgo. “Lei non ha parlato di povertà, che riguarda 120milioni di Europei e che è uno degli argomenti principali dei populisti” e nemmeno di “sviluppo duraturo, un settore in cui l’Europa può giocare un ruolo importante” nello scacchiere mondiale, ha dichiarato Jahier.