Bruxelles – La maggior parte degli islamici che vive in Europa ha subito fenomeni discriminatori. Ciò nonostante, è molto legata al Paese in cui vive e ha fiducia nelle istituzioni europee. Lo rivela la “Seconda indagine sulle minoranze e la discriminazione nell’Unione europea (EU-MIDIS II): islamici, una selezione dei risultati” dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra).
Il rapporto, realizzato con la partecipazione di 10.527 persone di religione musulmana in 15 Stati membri, ha evidenziato che il 76% dei partecipanti sente un forte attaccamento nei confronti dello Stato in cui vive, anche se è stato discriminato. A questo proposito, il 31% dei partecipanti che cercavano lavoro ha detto di essere stato ostacolato dalla sua origine, mentre secondo il 42% di quelli fermati dalla polizia c’erano proprio le sembianze fisiche e il vestiario all’origine del controllo.
Il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans si è detto felice del livello di fiducia degli islamici nei confronti delle istituzioni Ue che è “più alta di quella di gran parte della popolazione in generale”, e ha assicurato che l’Europa farà di tutto per fermare l’intolleranza.
Secondo l’Agenzia dell’Unione europea non basta promettere. Bisogna soprattutto pensare a delle sanzioni per chi discrimina, rafforzare la fiducia nella polizia e aumentare la presenza degli islamici nei processi decisionali.
“Ogni incidente riconducibile a discriminazione e reati generati dall’odio ostacola l’inclusione di queste persone e ne riduce le prospettive di trovare lavoro. Il rischio è quello di isolare i singoli e le relative comunità, con conseguenze potenzialmente pericolose”, ha dichiarato il direttore Michael O’Flaherty.
A preoccupare Věra Jourová, commissaria Ue responsabile per la Parità di genere, è soprattutto la questione delle donne. “Lo relazione dimostra che la discriminazione è troppo diffusa. È ora nostro dovere, ai livelli europeo, nazionale e locale, fare sì che le misure contro la discriminazione siano rispettate e la comunità islamica possa fidarsi della polizia”, ha detto Jourová.