Roma – Dopo il terzo round negoziale sulla Brexit, il capo negoziatore dell’Ue, Michel Barnier, aveva già indicato i “passi avanti sui diritti sociali e sui problemi frontalieri” che oggi ha ribadito in audizione davanti ai deputati e senatori italiani. Tuttavia, su questo fronte “rimangono ancora molti altri punti che dobbiamo affrontare”, e tra questi c’è il nodo di chi sarà ad assicurare “la certezza giuridica” dei diritti dei cittadini. Un ruolo che per Bruxelles dovrà continuare ad essere esercitato dalla Corte di giustizia europea, e l’idea è di mettere tutto nero su bianco in un trattato con il Regno unito.
È lo stesso Barnier a rivelarlo ai parlamentari italiani, ai quali ha manifestato anche la “grande attenzione” e lo “spirito costruttivo” con cui attende il discorso che la premier britannica Theresa May pronuncerà domani a Firenze. Per il francese, “l’unico modo per garantire” la sicurezza giuridica dei diritti sociali per i cittadini europei che rimarranno nel Regno unito dopo la Brexit “è iscriverli in un trattato”. Un accordo nel quale, ha proseguito il capo negoziatore, “vogliamo inserire il ruolo della Corte di giustizia europea”.
Nonostante quello dell’affrancamento dai giudici di Strasburgo sia uno dei punti che stavano più a cuore a sostenitori della Brexit, Barnier è sembrato fiducioso sulla possibilità di arrivare a una buona mediazione con Londra, esprimendo la “speranza che nel prossimo round negoziale si possa andare avanti”.
Il calendario è serrato, ha ricordato inoltre l’incaricato della Commissione Ue. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea è fissata al 29 marzo 2019 e “sono già trascorsi 6 mesi”. Se poi si conta che entro “gli ultimi 6 mesi dovremo aver concluso, per procedere alla ratifica” dell’accordo anche da parte dei Parlamenti nazionali dei Paesi membri, ecco che “il tempo stringe” davvero. Arrivare a un’intesa, che è “l’unica via d’uscita e la migliore”, per Barnier è fattibile. Anzi, è addirittura “possibile raggiungere un accordo rapido” sulla Brexit, ma “serve la volontà” del Regno unito.
Il rappresentante dell’Ue al tavolo sulla Brexit ha tenuto a spiegare che considera “questo negoziato molto complesso e straordinario”, esprimento il desiderio “che resti straordinario e unico”. Che non venga dunque in mente a nessun altro Paese di abbandonare l’Ue: sembra questo il messaggio sottinteso di Barnier. “Ho un atteggiamento sereno, ma sono il vostro negoziatore e sarò fermo e intransigente”, ha promesso quasi a ribadire il monito.
L’emissario della Commissione europea ha poi incontrato anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a Palazzo Chigi, al quale avrà certamente ribadito la propria lealtà al mandato che il Consiglio europeo gli ha consegnato come linea guida per le trattative sulla Brexit. In mattinata, Barnier aveva incontrato anche le parti sociali, ricevendo dalla Cgil un appello a “garantire i diritti sociali, sindacali e del lavoro, a partire da quello alla mobilità, per il futuro dei 4,5 milioni di europei”, inclusi i “circa 500 mila italiani, che vivono e lavorano in Gran Bretagna”.