Bruxelles – Adesso l’Unione europea fa sul serio. La Commissione vuole controllare per davvero i mercati finanziari, monitorare l’affidabilità del settore delle assicurazioni e del mercato dei fondi d’investimento, e avvia il progetto di ristrutturazione dello strumento nato sulla scia della crisi economica e che presenta ancora delle imperfezioni. Il sistema europeo di supervisione finanziario (Esfs), così come varato dall’esecutivo Barroso nel 2010, è costituito dalle tre autorità di supervisione Eba (Autorità bancaria europea, attualmente a Londra e da trasferire altrove per effetto della Brexit), Eiopa (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali, a Francoforte), Esma (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, a Parigi). A loro spetta il compito di supervisione, sotto il coordinamento del Comitato europeo per il rischio sistemico (Esrb, a Francoforte, attualmente presieduto da Mario Draghi, presidente anche dalla Bce). Adesso l’esecutivo Juncker intende rafforzare la cooperazione di questi organismi, dare loro nuovi compiti e favorire una supervisione del mondo finanziario.
Come cambia il sistema
Alle tre autorità di supervisione (Eba, Eiopa, Esma) verrà chiesta opinione in casi specifici, quando un soggetto di un mercato finanziario intende esternalizzare “in modo significativo”, oppure delegare o trasferire i rischi a Paesi extra-Ue in modo da consentirgli di beneficiare del passaporto dell’Ue (servono speciali permessi e certificati per operare nel mercato unico).
In particolare, l’Eiopa sarà messa nella condizione di coordinare meglio l’autorizzazione dei modelli che le compagnie di assicurazione utilizzano per calcolare i requisiti di solvibilità sul capitale. Questo, secondo la Commissione Ue, “contribuirà a superare la frammentazione e garantire una migliore e più integrata supervisione dei grandi gruppi assicurativi transfrontalieri”.
L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati avrà un ruolo più importante nel coordinare le indagini sugli abusi del mercato. Esma avrà il diritto di agire laddove “determinati ordini, transazioni o comportamenti danno origine a sospetti fondati” di operazioni che hanno implicazioni o effetti transfrontalieri per l’integrità dei mercati finanziari o la stabilità finanziaria nell’Ue. Per questo Esma raccoglierà i dati sulle transazioni di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi d’investimento…) direttamente dagli operatori del mercato. Ciò consentirà all’Esma di acquisire competenze di mercato, utilizzare meglio i propri poteri di vigilanza. Ancora, autorizzerà e sorveglierà alcuni fondi di investimento con un marchio comunitario, allo scopo di creare un vero e proprio mercato unico per tali fondi. Esma sarà inoltre responsabile dell’autorizzazione e della supervisione dei cosiddetti ‘benchmarks’, gli indicatori usati per dare un prezzo agli strumenti finanziari e misurare il reddito di fondi di investimento.
Niente fusioni tra agenzie
Le proposte della Commissione comporteranno una riorganizzazione interna delle agenzie di supervisione. “Verranno creati nuovi consigli esecutivi, che permetteranno di prendere decisioni più rapide”, rileva il commissario per gli Strumenti finanziari e la stabilità dei mercati finanziari, Valdis Dombrovskis. Non ci saranno fusioni tra agenzie. La possibilità di una super-agenzia di supervisione che assorbisse Eba, Esma ed Eiopa “era uno dei temi” sollevati nella consultazione pubblica lanciata dalla Commissione, ricorda Dombrovskis, perché la consultazione pubblica “non ha mostrato sostegno” all’idea, e quindi resterà invariato il numero degli organismi di sorveglianza, ma cambierà solo il loro ruolo.
Nuovo sistema vuol dire più soldi (privati)
Il potenziamento del sistema europeo di supervisione finanziaria implicherà un’allocazione di risorse aggiuntive. Le tre autorità di supervisione, si legge nella comunicazione adottata dal collegio, riceveranno “gli strumenti di bilancio necessari alla luce dei loro nuovi compiti”. Cambierà anche la composizione delle risorse, poiché non sarà più un mix di soldi provenienti dal bilancio comunitario e da quello delle autorità nazionali, ma un mix di risorse Ue e private.