Bruxelles – Sbloccare il potenziale economico fermo alla frontiera, con una cabina di regia tutta europea incaricata di aiutare gli Stati membri ad accelerare il percorso di realizzazione di un mercato unico ancora costellato da tanti piccoli ostacoli. Francia-Belgio, Danimarca-Svezia, Spagna-Portogallo, e poi ancora Estonia-Lettonia e Ungheria-Slovacchia: vincoli amministrativi e giuridici rappresentano dei veri e propri colli di bottiglia per i circa 150 milioni di cittadini europei che vivono nelle regioni trans-frontaliere, rileva la Commissione. Praticamente poco meno di un terzo della popolazione Ue ha difficoltà a trovare lavoro oltre confine per competenze non riconosciute, mentre le imprese hanno difficoltà a fare business al di là della frontiera per costi aggiuntivi di traduzioni, certificati e procedure. O ancora, manca l’interoperabilità del sistema di trasporto.
Cosa significa tutto questo lo spiega il commissario per le Politiche regionali, Corina Cretu. “Le regioni frontaliere producono oltre un quarto della ricchezza dell’Europa”, vale a dire circa 3,7 trilioni di euro. Eppure “il loro pieno potenziale economico resta inutilizzato”. Le inefficienze e le frammentazioni del mercato unico fanno sì che ci sia “una miniera di possibilità in attesa di essere colte esaminate”. Per questo, assicura Cretu, “la Commissione fornirà un sostegno mirato a tali regioni, a diretto vantaggio dei loro cittadini”.
Il collegio dei commissari vara quindi il nuovo il Punto focale per le frontiere, la rete di esperti il cui compito sarà di fornire a tali regioni sostegno mirato per aiutarle ad abbattere gli ostacoli all’occupazione e agli investimenti. La speciale cabina di regia, operativa da gennaio 2018, contribuirà a migliorare l’accesso al lavoro e a servizi quali l’assistenza sanitaria e i sistemi di trasporto pubblico e a facilitare le attività imprenditoriali attraverso le frontiere. Sarà composta di esperti in questioni transfrontaliere della Commissione, che forniranno consulenza alle autorità nazionali e regionali raccogliendo e condividendo buone pratiche mediante l’istituzione a livello dell’Ue di una nuova rete online.
Diverse le barriere da rimuovere, in primo luogo quella per lavoratori e studenti. I servizi della Commissione ne calcolano due milioni in transito tra le frontiere interne dell’Ue tutte le settimane. Per incrementare le possibilità di trovare lavoro oltre frontiera, il Punto focale per le frontiere sosterrà le regioni che intendono approfondire la collaborazione reciproca. Si potrà ottenere consulenza sul reciproco riconoscimento delle qualifiche, sui programmi di studio comuni o sui servizi di coaching per gli imprenditori. In questo modo il Punto focale per le frontiere potrà contribuire alla creazione della futura autorità europea del lavoro annunciata dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker nel discorso sullo Stato dell’Unione. Il Punto focale avrà inoltre di individuare i collegamenti ferroviari mancanti lungo le frontiere interne, per rendere più efficienti i servizi di trasporto pubblico a livello transfrontaliero. Inoltre gli esperti del Punto focale per le frontiere forniranno sostegno per allineare le norme relative alla creazione di imprese, condivideranno le buone pratiche attuate in altre regioni frontaliere e promuoveranno un maggiore uso delle procedure online.
La speciale struttura di nuova creazione sarà anche il centro dove registrare le buone pratiche, quelle già a disposizione e quelle proposte. La Commissione selezionerà un massimo di 20 progetti che presentano soluzioni innovative per eliminare gli ostacoli transfrontalieri. Entro la fine del 2017 verrà pubblicato un invito a presentare progetti. Intanto l’Italia offre già un esempio di ‘best-practice’, col gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect) istituito nel 2011 per favorire le attivitù tra Gorizia (Italia) e Nova Gorica (Slovenia). “Un esempio da manuale di agglomerato urbano in cui un confine può creare barriere amministrative”, secondo Bruxelles, tanto che per il ciclo di bilancio 2014-2020 il Gect Gorizia-Nova Gorica è il soggetto attuatore del piano di Investimenti Territoriali Integrati (Iti) del programma Italia-Sloveni