Roma – L’annuale kermesse organizzata a Fiuggi dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, quest’anno è servita a rilanciare con decisione il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sulla scena politica nazionale ed europea. In un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della sera, lo stesso Tajani sottolinea, infatti, come dall’appuntamento dello scorso fine settimana sia emersa “la prova che l’Europa, a cominciare dal Partito popolare europeo che l’ha chiarito con il segretario generale Antonio Lopez, considera Berlusconi l’elemento fondamentale per la stabilità italiana”.
Anche i sorrisetti ironici della cancelliera tedesca Angela Merkel e dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy, anche loro del Ppe, sono un ricordo: “Oggi è un’altra storia”, indica Tajani, rivelando che Merkel e Berlusconi “si sono anche incontrati due volte, ultimamente. Incontri lunghi e approfonditi”.
Nel rilanciare la leadership dell’ex Cavaliere, il titolare dello scranno più alto dell’Europarlamento torna a negare l’ipotesi di lasciare Strasburgo per Palazzo Chigi. “Sono e rimarrò presidente del Parlamento europeo” anche dopo le elezioni in Italia, assicura, e “il leader del centro destra è e rimarrà Berlusconi”.
La smentita sembra categorica, ma non è detto che Tajani sia del tutto sincero. Perché una piccola bugia, in effetti, gli scappa. “Sono orgoglioso di essere il presidente del Parlamento europeo, e non sono uno che lascia gli incarichi in anticipo per fare altro”, afferma, tralasciando però che abbandonò con qualche mese di anticipo la poltrona di commissario l’Industria quando decise di candidarsi a un seggio da eurodeputato.
Sarà il tempo a dire se anche stavolta l’esponente del Ppe rinuncerà in anticipo al proprio mandato europeo. Quel che è certo è che per una piena riabilitazione politica di Berlusconi, inclusa un’eventuale candidatura alla presidenza del Consiglio, è necessario che la Corte europea dei diritti dell’uomo accolga il ricorso contro la legge Severino, consenti all’Aula del Senato di votare la decadenza del leader azzurro da parlamentare. Tajani si augura “vivamente” che Berlusconi possa essere il candidato premier del centrodestra, così invoca rapidità da parte dei giudici.
Il ruolo gli impone di farlo con il massimo tatto possibile, infatti premette: “Ho un grandissimo rispetto per quella Corte e non mi sognerei mai di fare pressioni, anche solo in un’intervista”. Tuttavia le fa eccome. “Parliamo di un ex premier che è stato fato decadere dal Parlamento e cui viene impedito di candidarsi”, e ciò per Tajani “è un vulnus che va sanato il prima possibile e, trattandosi di un leader politico, prima delle prossime elezioni”.
Elezioni alle quali, secondo il presidente del Parlamento europeo, Forza Italia e la Lega devono presentarsi alleati ma ognuno per conto proprio. “Siamo due forze politiche diverse”, indica, e “non a caso io sono contrario sia all’ipotesi di un partito unico che a quella di una lista unica”. L’impressione, interpretando le parole di Tajani, è che il partito di Berlusconi – un po’ per incompatibilità di programmi sui temi europei, un po’ per la consapevolezza che difficilmente le urne consegneranno l’autosufficienza a uno degli schieramenti – punti a conquistare abbastanza consensi per poter dare le carte nell’eventuale partita col Pd per un governo di larghe intese. Un esecutivo che, se prevarranno i dem, potrebbe essere ancora guidato dall’attuale premier, Paolo Gentiloni. In caso contrario, a dispetto delle smentite, potrebbe essere proprio Tajani l’uomo indicato da Forza Italia.