Roma – La Siae, non ha nessuna intenzione di mollare la presa sul monopolio in cui opera, e anzi punta a diventare “uno dei grandi player nelle aggregazioni, europee ed extra europee,” che si stanno formando tra le società di raccolta dei diritti d’autore. È quanto emerso chiaramente dall’audizione di Filippo Sugar, presidente della Società italiana autori ed editori, davanti alla commissione Cultura di Montecitorio.
Per Sugar, “fuori dall’Italia il futuro è l’aggregazione”, “sia tra grandi poli che con le piccole società che danno da gestire il loro diritti a società più grandi, perché non riescono a essere competitive sotto la pressione della globalizzazione”. In questo scenario, il presidente della società si dà l’obbiettivo di essere “tra i protagonisti del mercato internazionale”. Target al quale si sta lavorando, ha indicato Sugar, riferendo di “discussioni aperte con la nuova società greca” omologa della Siae, di dialoghi “a Bruxelles con molti editori indipendenti non italiani, che vorrebbero affidare alla Siae i diritti di gestione dell’online”, e di trattative con “una delle tre grandi multinazionali” del settore che vorrebbe “affidare alcuni dei diritti dell’online” alla società italiana.
Alla domanda sul perché la Siae prema per il mantenimento del monopolio, Sugar ha risposto “da editore”, dicendo che “è perché così funziona meglio”. Vista la mole di opere da gestire (12 milioni, riporta il presidente Siae) e la pluralità di autori da rappresentare (50 milioni), secondo il presidente il monopolio è “l’unico sistema efficiente” per farlo. Per questo, sostiene, “nell’Ue abbiamo 27 società di raccolta dei diritti d’autore, tutte operanti in regime di monopolio di fatto”. E se “negli Stati uniti ne abbiamo 4”, è segno che, “probabilmente, quello che accadrà in Europa è che avremo un’aggregazione di queste società, non un ulteriore polverizzazione” che a suo avviso sarebbe favorita con un’attuazione più stringente delle regole europee.
Per l’editore, non serve quindi un’apertura effettiva del mercato, come chiedeva tra gli altri il musicista Fedez, che con la società e con il ministro della Cultura Dario Franceschini ha ingaggiato un duro scontro nei mesi scorsi. Sugar imputa alla normativa Ue l’imposizione di “tutta una serie di obblighi e di impedimenti” per le società come Siae, mentre non ce n’è “nessuno” per altri soggetti che vogliano entrare in questo mercato. Per il presidente Siae, quindi, con una reale apertura alla concorrenza, la competizione non sarebbe ad armi pari. Dunque, ha ammonito, “creeremmo l’anarchia, con il risultato del crollo degli incassi dei diritti d’autore e dell’aumento violento di conflittualità nell’ambito degli utilizzatori, che non saprebbero se hanno acquistato i diritti di fruizione di un’opera oppure no”.