Bruxelles – La Commissione europea ha presentato un pacchetto di cinque proposte per garantire la libera circolazione dei dati non personali. Il progetto è un altro passo verso la creazione del mercato unico digitale e, secondo alcune previsioni dell’esecutivo, dovrebbe duplicare il Pil europeo portandolo a 8 miliardi di euro. Altri vantaggi riguarderebbero la sparizione di doppioni per l’archiviazione dei dati, una diminuzione dei costi legati ai servizi sui dati e la possibilità per piccole-medie imprese e start up di accedere con più facilità ai mercati transfrontalieri.
La prima misura presentata dalla Commissione riguarda la rimozione delle restrizioni “ingiustificate” sulla localizzazione dei dati industriali e generati automaticamente, imposta dalle autorità pubbliche degli Stati membri: una necessità secondo il 62% delle compagnie che hanno partecipato al sondaggio sulla costruzione di un’economia europea dei dati.
La Commissione ha poi pensato di rendere i dati disponibili alle autorità competenti in modo che queste possano controllarli anche quando sono conservati o trattati a livello transfrontaliero. Anche questo principio corrisponde a un’esigenza reale. Secondo un sondaggio Eurostat del 2014, il 57% delle grandi aziende e il 38% delle piccole e medie imprese non utilizzava infatti servizi sotto forma di cloud per paura di incorrere in violazioni della sicurezza.
Sempre a proposito di sicurezza, non cambiano i requisiti sulla conservazione e il trattamento dei dati. Nel pacchetto si specifica che i requisiti sulla sicurezza dei dati si applicano sia quando le compagnie conservano e trattato i dati in un altro stato membro, sia quando subappaltano il trattamento dei dati ai provider di servizi di cloud.
Il quarto punto prevede un insieme di azioni che dovrebbero incoraggiare lo sviluppo di codici di autoregolamentazione da parte dei provider dei servizi di cloud. Secondo la Commissione, ciò permetterà sia di semplificare il passaggio da un provider all’altro sia di riportare i dati nei server interno.
La Commissione propone infine di aumentare la collaborazione all’interno del territorio dell’Unione, migliorando anche le relazioni tra i singoli punti di contatto degli Stati membri.