Bruxelles – Positivi, almeno per il nostro Paese, gli ultimi dati dell’Agenzia europea di gestione delle frontiere (Frontex) che parlano di una forte diminuzione degli sbarchi di migranti in Europa: crollano quelli in Italia nel mese di agosto mentre a salire però sono gli arrivi in terra spagnola.
Durante il mese scorso, sono stati 12.200 i passaggi irregolari delle frontiere europee lungo le rotte migratorie che portano nel territorio dell’Ue, mentre negli ultimi otto mesi dell’anno il numero totale di spostamenti lungo le rotte è diminuito di due terzi rispetto allo stesso periodo del 2016.
Sempre nel mese di agosto, il nostro Paese ha visto il numero di arrivi sulle proprie coste crollare del 60% rispetto al mese precedente, registrando le cifre più basse a partire da gennaio. Nigeria e Guinea costituiscono i principali paesi di provenienza dei migranti che scelgono la rotta del Mediterraneo centrale e le persone provenienti da questi paesi rappresentano i due terzi di tutti gli arrivi in Europa.
A migliorare è anche la situazione in Grecia, dove ad arrivare sono principalmente siriani, iracheni e afghani. Nonostante si sia registrato un aumento tra luglio e agosto, di fatto, guardando alle cifre complessive dei primi otto mesi dell’anno, Frontex rivela che nel 2017 le persone arrivate corrispondono soltanto a un decimo di quelle registrate nello stesso periodo del 2016. Bene anche la rotta dei Balcani occidentali dove i flussi risultano decisamente ridotti visto che in pochissimi hanno lasciato la Turchia via terra in direzione di questi paesi.
Non parlano di flussi in calo, invece, i dati relativi alla rotta del Mediterraneo occidentale con la Spagna che, nei primi otto mesi del 2017, è stata la destinazione di 13.600 migranti in arrivo principalmente da Marocco, Costa d’Avorio e Gambia: quasi il triplo di quelli arrivati nel 2016 durante lo stesso periodo. E anche in agosto, i flussi sono stati in aumento con 2.400 migranti che hanno attraversato questa rotta, sia via terra, che via mare.
E mentre Frontex comunica le ultime cifre, una delegazione degli eurodeputati sarà in Tunisia fino al 22 settembre per valutare la cooperazione con i paesi della regione sulla gestione delle migrazioni, controllare le attività di ricerca e salvataggio e discutere di liberalizzazione dei visti e accordi di riammissione con le autorità nazionali e locali e i rappresentanti di organismi internazionali e di Ong.
“Proprio la settimana scorsa la commissione sulle Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo ha discusso con la Commissione europea gli accordi di riammissione, in particolare sui negoziati in corso tra l’Ue e la Tunisia”, ha dichiarato Claude Moraes, eurodeputato socialista britannico e presidente della commissione Libe, assicurando che la delegazione “sosterrà il lavoro già fatto per valutare un futuro accordo di riammissione con la Tunisia”.
I deputati, inoltre, discuteranno con varie Ong, tra cui l’ Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, i progetti finanziati in Libia dal Fondo dell’Ue per la migrazione. “Il monitoraggio dei fondi dell’UE, la formazione e il rispetto del principio di non respingimento sono questioni che continuano a riemergere”, ha commentato Moraes e per questo, ha concluso: “È fondamentale utilizzare questa delegazione per valutare se siano presenti meccanismi adeguati per monitorare le salvaguardie sui diritti umani”.