Bruxelles – Il primo ministro gallese, Carwyn Jones, paragona lo schieramento che sostiene la ‘hard Brexit’ – l’uscita ‘dura’ del Regno unito dall’Ue, incluso l’abbandono del mercato unico come dindicato dal governo britannico – a una forma di fondamentalismo religioso. Il politico laburista, in occasione del ventesimo anniversario del referendum di devoluzione che portò alla nascita dell’Assemblea del Galles, ha affermato che “l’unica interpretazione plausibile per gli argomenti degli ‘hard leavers’ sia l’ ‘hard Brexit’, e nessuno può dissentire con loro”.
Ciò, secondo Jones, fa da contraltare sia alle necessità del Galles, che “non può prosperare senza l’accesso al mercato unico, dato che il 67% delle esportazioni è diretto verso l’Unione”, sia alla volontà popolare, in quanto “i cittadini britannici non sostengono una ‘hard Brexit’, come dimostrano i risultati negativi ottenuti dal partito conservatore nelle elezioni generali di giugno”.
Il politico gallese ha affermato la necessità si un’alternativa alla forma di Brexit sostenuta dal governo Uk, che Jones definisce come “confusa e priva di una visione collettiva”. Secondo il premier del Galles, “ci sono state tante persone, soprattutto elettori del partito laburista, che hanno votato ‘leave’ più per ragioni di politica interna, in virtù del loro astio verso il precedente primo ministro David Cameron, che per ragioni legate all’Ue”.
Infine, il capo dell’esecutivo gallese ha paragonato l’approccio del governo di Theresa May verso il Galles, l’Irlanda del Nord e la Scozia, sulla questione Brexit, “all’atteggiamento del leader sovietico Leonid Brezhnev nei confronti del blocco orientale”.