Bruxelles – L’Unione europea dovrebbe seriamente prepararsi a un mancato accordo con il Regno unito sulla Brexit. Lo scrive il capo economista dell’European policy centre, Fabian Zuleeg. Lo studioso tedesco ha analizzato la situazione dei negoziati per il divorzio a pochi giorni di distanza dall’atteso discorso della premier Theresa May a Firenze, e non pensa sia possibile arrivare a un compromesso entro Marzo 2019.
Sono vari gli argomenti che Zuleeg porta a sostegno della propria tesi. Prima di tutto, osserva che non sono stati fatti sufficienti passi in avanti sulla questione irlandese, le obbligazioni finanziarie e i diritti dei cittadini europei nel Regno Unito, quindi non si può ancora cominciare a discutere di relazioni future.
Anche queste ultime non saranno, poi, una passeggiata. Secondo l’economista, è infatti probabile che i britannici ostacoleranno sia il modello norvegese (accesso al mercato unico, ma senza diritto di voto), sia e soprattutto quello canadese (accordo di libero scambio con accesso al libero mercato limitato).
Lo studioso constata infine che nel Parlamento britannico mancano i numeri per la Brexit, soft o hard che sia. Di fronte a questo scenario, un primo ministro “debole” come Theresa May avrebbe quindi due opzioni: accettare condizioni svantaggiose, che verrebbero comunque rifiutate dai conservatori, o mantenere una linea dura senza escludere, al tempo stesso, un accordo su un periodo di transizione, la possibilità del Regno Unito di accedere al mercato unico e il mantenimento del confine nord irlandese. In entrambi i casi, i negoziati si risolverebbero con un nulla di fatto per mancanza di sostegno parlamentare.
A questo punto, Zuleeg suggerisce quindi all’Europa di restare unita sul tema dei diritti e di minimizzare quanto più possibile l’impatto dell’uscita. Se “il Regno Unito decide di buttarsi giù da una scogliera”, chiosa, l’Europa non deve fare lo stesso.