Bruxelles – Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson si è messo contro buona parte del governo, e dell’Unione europea, esprimendosi ancora una volta a favore di una hard Brexit.
In un editoriale apparso sabato nel Daily Telegraph, l’ex sindaco di Londra ha scritto che bisogna limitare la possibilità per gli stranieri di acquistare case a Londra e riformare il sistema fiscale. Soprattutto, però – si legge nell’articolo – il Regno Unito non dovrebbe pagare un conto salato per la sua uscita né versare contributi in relazione a impegni presi quando era ancora uno stato membro.
Fino a poco tempo fa, la sua posizione era condivisa dalla maggioranza dei conservatori, Theresa May in testa. Ora, invece, la premier sembra aver cambiato idea e nel discorso atteso venerdì prossimo, a Firenze, dovrebbe annunciare la volontà del suo Paese di tenere fede alle aperture al confronto sul “conto” da saldare fatte nel passato, dando nuovo impulso ai negoziati sulla Brexit. Il governo la sostiene, ma non Johnson.
L’ex sindaco di Londra è anzi tornato a ripetere che, evitando di pagare, si potrebbero investire 350 milioni di sterline in più a settimana nel sistema sanitario: un mantra usato in campagna elettorale dai sostenitori del Leave che non ha corrisposto alla realtà. Sir David Norgrove, capo della Statistics Authority, ha detto che l’immagine è “ingannevole” e “rappresentativa di un utilizzo errato delle statistiche ufficiali”.
Secondo Amber Rudd, ministro dell’interno, Johnson può esprimere il suo entusiasmo per la Brexit ma deve ricordarsi che “non è lui che guida la macchina” nei negoziati che dovrebbero riprendere dopo il discorso di May.