Bruxelles – “Non possiamo costruire la nostra ripresa su nuovo deficit”. Pierre Moscovici riaccende il confronto-scontro sulle politiche di bilancio, con un messaggio che probabilmente non farà piacere all’Italia, da sempre contraria alle rigide politiche di austerità. Il commissario per gli Affari economici, però, ripropone una questione mai chiusa a un mese dalla presentazione delle bozze di legge di bilancio che gli Stati membri dovranno far pervenire a Bruxelles. E’ opinione condivisa che le cosa vadano ormai meglio, che il peggio sia passato. Un ritornello sentito più e più volte, e che pure alla riunione informale dei ministri economici dell’area Euro è stato ribadito. “La situazione economica continua a migliorare”, sottolinea Moscovici. Tuttavia non basta. “Resta ancora molto da fare. C’è da dare stare attenti alla qualità dei conti pubblici, inclusa la revisione della spesa”. Consigli e richiami in vista delle scadenze di metà ottobre. Le carte che i governi nazionali sono chiamati a produrre dovranno essere in regola. E qui il commissario europeo pone la postilla al suo intervento di fine riunione. “Non possiamo fondare la nostra cresciuta su nuovo deficit”.
Spendere poco e bene. Il giusto, insomma. E poi proseguire sulla via delle riforme. L’Eurogruppo di Tallinn produce nient’altro che una riedizione di quanto già stabilito e ribadito nel corso della legislatura europea passata, e di quella attualmente in corso. Vanno confermati gli impegni per assorbire gli shock, vanno corrette le fragilità delle banche attraverso una riduzione dei cosiddetti crediti deteriorati, i prestiti che le banche hanno difficoltà a farsi restituire. Anche questo un nodo squisitamente, ma non esclusivamente, italiano, al pari del deficit. Anche se a dire il vero sull’Italia grava più il fardello del debito, quello sì davvero elevato.
Ma non ci sono solo impliciti richiami al governo italiano, ce ne sono altri, ben più espliciti, all’amministrazione francese di Emmanuel Macron. Deve riportare il rapporto deficit/Pil sotto entro il tetto del 3%, e in fretta. “Più la Francia sarà forte nelle riforme e solida nei conti pubblici, più grande sarà la sua credibilità politica ed economica” a livello europeo.
Il 15 ottobre sono attese le bozze di legge di stabilità, e riprenderà la partita crescita-austerità. Moscovici riapre ufficialmente il dibattito.