Bruxelles – Monumenti, musei, parchi e altri siti culturali: l’Italia ne è piena ma, a quanto pare, lascia che ad usufruirne siano gli altri. A sollevare questo paradosso sono gli ultimi dati Eurostat che rivelano bassissime percentuali in termini di visite ai siti culturali da parte degli italiani, contro le cifre da record del nostro Paese sulla presenza di siti culturali sul territorio. L’Italia, di fatto, è il paese con il maggior numero di patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura. 53 sono i beni attualmente riconosciuti e di questi, 48 sono culturali mentre gli altri 5 sono naturali.
I dati Eurostat però parlano chiaro e indicano che nel 2015, soltanto il 26.1% della popolazione italiana sopra i 16 anni ha visitato almeno una volta un monumento storico, un museo, una galleria d’arte o un sito archeologico.
In tutta l’Unione Europea la cifra corrisponde al 43.4% della popolazione e guardando ai singoli Paesi le percentuali più alte si registrano nel nord Europa, con la Svezia in testa alla classifica con una percentuale pari al 67.2%, seguita da Danimarca, Olanda e Finlandia che arrivano al 61.4%.
Percentuali al di sopra della metà della popolazione sono state registrate in Lussemburgo (55.6%), Regno Unito (54.7%), Francia (53.7%) e Repubblica Ceca (52.1%). Decisamente più basse invece le cifre di Malta (26.4%), Cipro (20.5%), Croazia (19.2%), Romania (18.3%), Grecia (16.9%) e Bulgaria (14.6%). Paesi in cui, ad esclusione di Malta, meno di un quarto della popolazione ha visitato almeno un sito culturale durante il 2015.